domenica, settembre 24, 2006

Al Meeting 2008 si ricorda Graziano


La sfida di un incontro


Martedì 26 agosto 2008, alle ore 19, presso la sala Mimosa B-6, verrà presentato al Meeting di Rimini il libro “Sto registrando tutto per l’eternità”. La pubblicazione, edita da “Itaca”, raccoglie insieme a foto e testimonianze, varie lettere di Graziano Grazzini.

Le lettere scelte vogliono “registrare” esperienze, tappe, sentimenti che hanno scandito la sua vita, abbracciata ed allietata dall’incontro cristiano.

Il libro verrà presentato da Gabriele Toccafondi e Denis Verdini, deputati al Parlamento, insieme a Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze.

Perché sono stati invitati tre politici a parlare di un avventura “a tutto campo” come quella di Graziano?

Non c’è il rischio che l’incontro sia riduttivo e “sbilanciato” soltanto su un versante della sua vita, così intensa e ricca di espressioni?

Innanzitutto va detto che questa in realtà è la prima di una serie di presentazioni che toccheranno altre città italiane, nelle quali sarà possibile approfondirne ulteriormente la figura e l’opera.

Peraltro, in tempi nei quali la scorciatoia dell’“antipolitica” sembra essere una tentazione ricorrente anche fra i cattolici, un incontro come quello al Meeting è più che mai importante. Significativo in tal senso è quanto richiamato dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Angelo Bagnasco, in una sua recente intervista al mensile “Tracce”: “La disaffezione alla politica non è qualcosa di cui la Chiesa è contenta, semmai è il contrario: la dottrina sociale e la prassi educativa della Chiesa si sono sempre adoperate perché i credenti partecipino alla costruzione della cosa pubblica con tutta la propria ricchezza, il proprio bagaglio umano e cristiano.”

Questo è proprio ciò che ha mosso e contraddistinto Graziano, anche rispetto alla politica.

E a tal proposito non è casuale il fatto che tutti e tre gli invitati abbiano avuto con lui, ognuno secondo tempi, modi e ruoli diversi, un rapporto magari dialettico, ma sempre schietto e vivace,mai superficiale. Riusciranno ad avere questo stesso approccio verso la sua testimonianza in occasione della presentazione delle sue lettere?

Questa è la “sfida” che li attende il prossimo 26 agosto.

Paolo Pecciarini

50 Comments:

Anonymous Anonimo ha scritto...

In memoria di un amico. Grande

“Dio ha dato, Dio ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore”. L’altro giorno mentre mi disperavo, come tanti, accanto alla bara di Graziano, cercavo nella Scrittura le parole adeguate alla morte tragica di un uomo di cinquant’anni, sposo e padre premuroso.
E pur nello sgomento, nel dolore che ti prende allo stomaco e che ti fa serrare le mascelle, cominciavo a realizzare quanto il Padreterno avesse dato, alla sua famiglia, ai suoi amici, alla Chiesa, alla politica, dandoci Graziano.
Per tanti anni era stato un giovane generoso, un figlio affettuoso, un lavoratore serio, uno sportivo tenace – aveva per il calcio giocato una passione che contagiava. Amava la risata forte, la sera, con gli amici della Floreagafir, dov’era cresciuto; si appassionava alla politica, alla Democrazia Cristiana, in una stagione di contrapposizioni anche dure.
Poi, un incontro gli aveva cambiato la vita, come raccontava spesso. L’incontro con i giovani di Comunione e liberazione. Graziano aveva scoperto l’esperienza del centuplo quaggiù: riabbracciare la Chiesa, attraverso quella compagnia, gli faceva apprezzare cento volte di più il lavoro, gli affetti, la politica. Quando ne parlava, pareva che venticinque anni o giù di lì non fossero passati. Di quell’incontro, Graziano conservava e comunicava ancora i dettagli, i volti, i dialoghi, in un modo che ti faceva pensare a quando Giovanni e Andrea, sul Giordano, rincorsero Gesù, per sapere dove abitasse. Un incontro così straordinario, di cui si poteva ricordare persino l’ora: “Erano circa le quattro di pomeriggio”.
Quell’incontro aveva dischiuso alla sua vita una prospettiva nuova. E lo si capiva dalla baldanza con cui stava dentro ogni giornata. Dallo stupore con cui guardava al pezzo di realtà che gli era dato attraversare. Perché Graziano aveva questa irriducibile capacità di stupirsi. Di tutto: della “forza straordinaria delle nostre mogli”, della bellezza e della verità del matrimonio, “di avere un bambino a quasi a cinquant’anni”; si stupiva della testimonianza eroica di un amico con il figlio disabile, della dedizione a lavoro di un altro o del modo di essere prete di un altro ancora.
Quello stupore di bambino, di quella fanciullezza a cui invita il Vangelo, che lo faceva essere “lieto e grato”, come aveva scritto in un messaggio sms inviato ad alcuni amici il giorno del cinquantesimo compleanno..
Si stupiva, Graziano, e stupiva tutti quelli che lo incrociavano. Stupiva per la fede limpida che viveva, ricordando in ogni gesto che il Cristianesimo è cosa semplice e offerta a ogni uomo ed ogni donna, cui è richiesto solo di seguire. Stupiva per la passione immensa che distillava nella politica, in cui dava tutto se stesso, con uno stile verace e sobrio, in cui l’orizzonte pareva essere sempre l’Infinito, anche quando si parlava di municipalizzate o di bilanci. Stupiva per la generosità che sapeva vivere, quando spesso, dopo una settimana intensa, si dedicava a un ragazzino con un fortissimo disagio. Stupiva per come amava sua moglie, i suoi figli: di un amore libero dal possesso e quindi autentico.
Per questo e altro ancora, Dio ci ha dato molto, moltissimo, con Graziano.
Per questo e altro ancora, adesso, Dio ci ha tolto davvero tanto. Disperante, se non avessimo imparato proprio da Graziano, ad intuire, a intravedere quel disegno buono che c’è su ognuno di noi. Tanto che, di fronte alla sua morte, ammettiamo piangendo che è ragionevole dire: “Sia benedetto il nome del Signore”.

domenica, 24 settembre, 2006  
Blogger Il Giornale della Memoria ha scritto...

Biaciapile e miscredenti

Che emozione, risentire parlare Graziano. Girando qua e là per cercare una sua foto, mi sono imbatutto in una rassegna video del Comune, che raccoglie alcuni suoi interventi. Ho aperto quello in cui commemora La Pira. Primo di leggere "il discorsino", come dice lui stesso, Graziano fa un preambolo molto bello, da "baciapile", in risposta alle parole del "miscredente" Alberto Brasca. Ne nasce un dialogo molto bello, sincero e vivo, come a Graziano riusciva. Cita Dante, parla del senso religioso.
Notevole, poi, la commemorazione di La Pira, personaggio a cui Graziano si è spesso richiamato nei suoi interventi pubblici. Riconosceva la grandezza del Sindaco santo, anche se biasimava certe derive di certo lapirismo. Bellissimi poi, gli incisi.
Un video di una decina di minuti, da vedere tutto. E senza trattenere le lacrime.
Gp
cliccare su:
http://consiglio-online.comune.firenze.it/webtv/cmweb.dll/clip?SE=29&ODG=2&CLIP=3761&AN=completa

domenica, 24 settembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Senza astrattezza

Graziano a Scuola di Comunità ha sempre fatto interventi molto concreti sempre riferiti alla sua vita ed esperienza personale (lavoro, famiglia, politica, calcio, ecc.)
Non interveniva mai né per fare un discorso astratto, né per lamentarsi, ma ciò che traspariva dalle sue parole era sempre una gratitudine per come l’incontro aveva cambiato e cambiava la sua vita.
Vorrei adesso raccontare tre interventi di Graziano a SdC che mi hanno molto colpito.

Circa quattro anni fa Graziano intervenne dicendo che aveva recentemente letto il libro di Scola sul rapporto uomo-donna. Si era reso conto di quante volte il rapporto con la moglie rischiasse di scivolare nel banale, nelle cose che vanno o che non vanno, mentre, leggendo quelle parole, aveva riscoperto la profondità di quel rapporto e anche che cosa grande e che responsabilità fosse il suo matrimonio con la Giovanna. Responsabilità anche e soprattutto nel senso di risposta a una chiamata.

Un suo intervento più recente fu quando stavamo lavorando sul paragrafo dei sacramenti nel libro “Perché la Chiesa”.
Lui, nel suo stile accattivante che ti rendeva partecipe di ciò che raccontava, ci parlò della sua esperienza sul sacramento della Eucaristia. La sua famiglia, profondamente cattolica, lo aveva educato alla frequentazione dei sacramenti, e lui, obbedendo a questo vi partecipava, ma in maniera che rimaneva estranea alla sua vita.
Dopo l’incontro che, come sempre ci diceva, gli aveva cambiato la vita, anche la frequentazione dei sacramenti diventò un punto centrale della sua vita.
Questo contribuì a rendere nuovo tutto quello che lui faceva prima, giocare a calcio, uscire con gli amici e così via.

L’ultimo intervento che mi ricordo, è del giugno scorso. In quell’occasione Graziano scherzando come faceva di solito “forse sarà per via dell’età”, ci disse che ultimamente gli succedeva di commuoversi fino alle lacrime per la gratitudine verso il Signore per i volti delle persone che gli aveva messo accanto.

Guia

mercoledì, 04 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Uno sguardo in cui immedesimarsi

Cara Giovanna, ti scrivo innanzitutto per ringraziarvi della grande testimonianza che te e i tuoi figli in questi giorni siete stati per me, per noi; davvero dietro un grande uomo ci sta una grande donna. Poi ti scrivo anche perché volevo motivare l’affermazione che ti avevo fatto abbracciandoti quella notte a casa tua “E’ morto un uomo buono, buono, buono. Hai davvero sposato un grande uomo.”
Che fosse così Graziano non c’é dubbio, di qualsiasi cosa uno avesse bisogno lui c’era, e c’era con il sorriso sulla bocca, tutti ci sentivamo accolti e abbracciati da lui.
Fra le tante immagini che mi ricordo di lui, una mi piace ricordare su tutte; Vacanze in montagna 2005. C’é da venire a prendere alla nostra vacanza S. e Don S. per portali alla vostra. Ci si domanda chi potrebbe essere visto che è un po’ “una rottura”. Domenica alle 12 un Ulysse, chi può essere se non Graziano, tra l’altro da solo.
Lui era così, se avevi bisogno ti veniva semplicemente da chiedere a lui, e tutte le persone che sono venute in questi giorni, e tutti i commenti dei politici sono lì a dimostrare questo.
Ma c’é una cosa a questo punto che mi premeva dire, io credo che era così non solo per un certo carattere, o una certa indole, ma soprattutto perché la sua vita era stata investita dall’incontro con Gesù in questa incredibile compagnia, e a questo incontro lui ha obbedito tutta la vita.
Ho ritrovato un suo intervento a scuola di comunità, in cui diceva che a suo avviso la parola che più definisce il Carisma del movimento è l parola incontro.
Quante volte, in questi due anni nella sdc l’abbiamo sentito ripetere che la sua vita si poteva dividere in un prima dell’incontro e in un dopo dell’incontro.
L’abbiamo sentito più di una volta ripetere che dopo sua moglie e i suoi figli, dopo questa splendida compagnia che aveva incontrato, cos’altro poteva desiderare dalla vita.
Interveniva spesso, per non dire sempre, con quel suo modo accattivante che aveva di dire le cose, mai lamentandosi di nulla, e di nessuno, ma sempre grato.
Eppure, lasciamelo dire, cara Giovanna la cosa che più di tutto mi ha impressionato in questi due anni è stata la sua grande fedeltà alla sdc, che arrivava fino al punto di telefonarmi nelle rare volte in cui non poteva venire, così come quando io non la potevo fare e lo chiedvo a lui ecco pronto il suo sì “Ma dimmi le pagine Mau (mi chiamava così) voglio prepararmi.”
Un uomo grande perchè essendo affezionato a Cristo, che riconosceva presente nella compagnia che l’aveva preso, era Lui ch guardava quando si approcciava a tutta la realtà, e questo impediva che la sua ragione diventasse misura (pag. 41 ultimi esercizi Fraternità, una pagina che sembra scritta apposta per Graziano e per quello che abbiamo vissuto).
Allora io non voglio solo ricordarmi di Graziano, ma voglio immedesimarmi con questo suo sguardo, voglio imparare questo suo sguardo, prego la Madonna, certezza della nostra speranza, che mi aiuti in questo.
Poi un ultima immagine.
Vedere tutta quella gente al suo funerale mi ha fatto balzare alla mente la figura di San Riccardo Pampuri, che facendo tutte le cose, anche le più piccole con grande amore, ha inciso così profondamente nella realtà in cui viveva che il suo feretro era seguito da una fila di 4 Km di persone.
Sì Graziano come San Riccardo.
Ed è per questo che a me non viene tanto da pregare per tuo marito, quanto piuttosto pregare tuo marito, perché sostenga il vostro e il nostro dolore, perché soprattutto aiuti sempre più la compagnia a essere segno della grande presenza, perché tanti altri possano fare lo stesso incontro che ha fatto lui e come lui esserne cambiati.

Ti abbraccio forte, il tuo testimone di nozze”

Maurizio

mercoledì, 04 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Graziano, un incontro ,un amico

Una sera d’estate alle ore 22 del 1985, io ero in riunione al Quartiere 14,(allora ero consigliere di Quartiere, e più precisamente presiedevo la Commissione Sport), quando entrò nella stanza un ragazzo magro , dai capelli un po’ lunghi, vestito con un paio di pantaloncini corti e le ciabatte.

Era Graziano l’avevo invitato a partecipare come rappresentante della allora DC nella commissione Sport ,perché avevo saputo che era nella lista della DC e che era come me un diplomato Isef e che giocava a calcio.Ed io avevo bisogno di persone competenti. Finita la riunione mi fermai a parlare con lui e mi confessò che era arrivato tardi perché prima alle 21 era stato alla Floragafi (la società sportiva con cui collaborava) e che dopo doveva passare dalla Misericordia.
Mi sembrò un ragazzo che avesse poca fermezza ed un po’ superficiale.
Però nelle sedute successive della Commissione Sport, in quel poco tempo che partecipava, mi accorsi da quello che diceva, che era una persona "sana" e sincera.
Alla fine delle riunioni spesso ci fermavamo a parlare, così una sera lo invitai ad una festa di carnevale del Movimento di Comunione e liberazione che si teneva a Brozzi.
Un po’ in ritardo come al solito, ma venne a questa festa e fu lì che conobbe altri amici che io gli presentai. Da quel giorno cominciò a bazzicare il Movimento anche se saltuariamente.
Poiché insieme ad altri amici diplomati Isef avevamo messo su un ente di promozione sportiva in cui si organizzava, tornei di Pallavolo, Calcio, ecc…., invitai Graziano a darci una mano ad organizzare il Torneo di Calcio e lui con la sua solita generosità accettò e così ci incontravamo spesso.
Anche a casa mia diventò amico di tutta la mia famiglia.

Ora Graziano ci ha lasciato, io però lo rivedo spesso davanti a me.
Al suo funerale Don Seghi nella sua omelia ha detto che della morte quello che fa più paura è il nulla. Ci ho pensato molto a questo, e l’ho trovato vero per me.
Mia mamma è morta sedici anni fa ed io ho sofferto tanto. Avevo paura di averla persa. Ora so che non è così perché è diventata il mio “ Angelo custode” .
Devo essere sincera , della morte mi era sempre rimasta una grande paura. In questo tempo mi sono morti altri cari, ma Graziano mi ha fatto capire che se anche dovessi oltrepassare quella soglia, non sono più sola, c’è un grande amico che mi aspetta. Questo mi rende più serena di fronte al mio destino. Ora tutti i giorni lo ricordo nella preghiera perché mi aiuti.
Io non scorderò mai che la notte dopo la morte di mia madre, Graziano, la vegliò con me fino alle ore del mattino successivo, dimostrandomi così il suo affetto.
Proprio in questi ultimi anni ,tutte le volte che parlavamo insieme a lui , mi ha sempre espresso gratitudine per averlo portato al Movimento.
Mi diceva che per lui ero come” una madre” perché facendogli incontrare il Movimento “ era entrato in una nuova vita”.
Mi sono chiesta perché mi diceva questa frase proprio negli ultimi tempi ,quando ci frequentavamo più raramente. Ho capito che Graziano era molto cambiato e maturato. Infatti questa gratitudine permeava tutta la sua vita.

Lucia

mercoledì, 04 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Quella notte fra Macerata e Loreto

Ho conosciuto Graziano qualche anno fa, in occasione della Macerata-Loreto, pellegrinaggio a piedi di oltre 30 chilometri.
Graziano e Giovanna erano nel pullman insieme dove mi trovavo io, ma li ho conosciuti solo nel momento del ritorno.
Parlando con lui, mi venne spontaneo raccontargli del mio incontro con il Movimento e di come, da allora, la mia vita era miracolosamente cambiata.
Era avvenuto nel 1997, solo 2 o 3 anni prima (non ricordo bene) di quel pellegrinaggio. Gli raccontai tutti i particolari, perché io stessa ne ero ancora colpita: dall’incontro con Natale, a quello con il Banco Alimentare e con tutti gli altri amici che erano lì; la scoperta della Scuola di Comunità, alla quale arrivai quasi per caso (non troppo però, c’erano sempre gli amici del Banco).
Graziano mi ascoltò paziente per tutto il tempo: non sapeva precisamente chi fossi, come io non conoscevo bene lui, nonostante tutto mi ascoltò lo stesso.
Per quanto mi riguarda, era come se non cercassi altro che qualcuno che mi ascoltasse per dirgli perché mi trovavo lì a sopportare quella gran fatica.
Era subito dopo l’alba, come accade quando si arriva finalmente alla Madonnina di Loreto e poi si fa ritorno verso il pullman.
Le gambe, in quel momento, sono dure come due pezzi di legno per lo sforzo fatto e non vedi l’ora di toglierti le scarpe.
Mentre ci incamminavamo al pulmann, continuai il mio racconto a Graziano, il racconto di una conversione, di un incontro che mi ha riempito la vita di bellezza e di felicità e lui, una volta seduti in pullman, con i piedi distesi sul sedile di fronte, mi stava ad ascoltare, quasi cogliesse nella mia storia, qualcosa che io stessa non comprendevo.
Non disse niente, però, stette ad ascoltarmi e farmi qualche domanda per capire meglio.
Qualche tempo dopo lo incontrai nel mio gruppo di Scuola di Comunità e lì, avemmo occasione di riparlare un po’, come accade sempre alla fine, prima della buonanotte. Così capii che si ricordava benissimo di tutto quello che gli avevo raccontato e ne era rimasto colpito. Fece un’analogia con il suo incontro con il Movimento, dal quale tutto prese più corpo; la vita ebbe una vera pienezza e la felicità e la forza che quell’incontro aveva sviluppato in lui, era la stessa forza e la stessa pienezza che gli raccontavo io. Era palese che la bellezza che avevo incontrato io, l’aveva incontrata anche lui, ma in lui aveva avuto un riverbero tale da farlo diventare l’uomo che è diventato per tutti noi: un grande amico, un esempio da seguire.
Nei suoi interventi a Scuola di Comunità raccontava spesso che, dopo il suo incontro con il Movimento e con le parole di Don Giussani, il cristianesimo aveva preso corpo e significato per lui. La Chiesa che frequentava più per dovere che per convinzione, improvvisamente gli si mostrò nei suoi veri e profondi significati, dove non c’era posto per il moralismo e gli obblighi che derivano da una tradizione non capita fino in fondo.
Anche Graziano come me, parlava di miracolo avvenuto per la propria vita e rilevava come la grandezza di quell’incontro e la pienezza che ne derivò, fecero cambiare completamente la sua vita, così come la mia. Un cambiamento non caratterizzato da fatti eclatanti, ma piuttosto da un nuovo sguardo, grato e lieto sulla vita.

Grazie Graziano.

Rita

mercoledì, 04 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Il 18 agosto 2006 vicini alla partenza per il Meeting di Rimini io e Graziano avevamo scritto un comunicato stampa per invitare tutti a quello che nel titolo definivamo "un appuntamento salutare". Questo il testo del comunicato:
"Partecipate al meeting di Rimini, capace da quasi trenta anni di sollecitare riflessioni, incontri e confronti tra le diverse culture e religioni". E' l'invito rivolto da Gabriele Toccafondi vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio comunale e Graziano Grazzini, capogruppo in Provincia.
"Il titolo dell'edizione 2006 - aggiungono i due esponenti politici - è stato estrapolato da una conversazione di Don Giussani con un gruppo di universitari dove spiega che "la ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel risentimento che questo infinito si manifesti". All'uomo è connaturata esistenzialmente la necessità di non limitare la visione della vita dentro la propria misura, e solo se la ragione si spalanca verso qualcosa che non è finito viene valorizzata nella sua capacità di conoscere. Al contrario, l'uomo che per volontà di autoconservazione o per calcolo razionalistico non si apre all'infinito, riduce in maniera autocelebrativa la portata della ragione e rifiuta di ammettere l'evidenza del fatto che l'infinito permea la realtà intera".
"Questa in estrema sintesi - spiegano Toccafondi e Grazzini - la tesi proposta dal Meeting ed oggetto di mille approfondimenti e centinaia di incontri, delle decine di mostre e spettacoli e dell'enorme stand dedicato all'editoria". "I bersagli sono chiari: tutte le deviazioni della ragione contemporanea, dal relativismo fino ad arrivare al nichilismo, ma più che altro l'affermazione che Ragione e Mistero sono tutt'altro che in contraddizione fra di loro".
"Da domenica il Meeting è questa palestra di teste e di cuori, un palcoscenico - concludono - aperto a tutti, ottimo allenamento per riprendere l'ordinaria amministrazione con più consapevolezza e passione civile".

In queste parole c'è tutta quanta la forza di Graziano, cosciente che tutto parte da quell'incontro che cambia la vita e che spalanca all'infinito. Una apertura salutare per tutti, soprattutto per coloro che si occupano della cosa pubblica.
Gabriele Toccafondi

venerdì, 06 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Gabriele Toccafondi è stato un grande amico di Graziano.
Con lui ha condiviso la stessa intensa passione per la politica.
L'11 settembre scorso, Gabriele è intervenuto in Palazzo Vecchio, con un intervento struggente.
Una testimonianza di cosa ha significato l'amicizia di Graziano per molti di noi.
L'intervento è visibile cliccando 'Commemorazione' sulla home page del blog.
Oppure cliccando qui.
Giampaolo

sabato, 07 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Passioni civiche:Il Covile

Il Covile è una bella newsletter animata da Stefano Borselli, Giannozzo Pucci, Riccardo Zucconi, Leonardo Tirabassi e molti altri, di diversa storia culturale, ma tutti appassionati alla vita civica di Firenze.
Graziano aveva trovato qui una sponda per la sua passione agli uomini e alla città.
I suoi interventi, che ho provveduto a linkare in home-page, ci restituiscono la dimensione del Graziano uomo di grande e lucida idealità.
Un esempio? Il discorso, del 23 novembre del 2003, al Palasport, in occasione della manifestazione contro il terrorismo.
Nell'intervento, pubblicato appunto da Il Covile, si può leggere:

"Oggi in una fase in cui si generano, a tutti i livelli, condizioni di scontro e divisione, come educare i nostri figli a perseguire il bene, a sperare pur dentro le contraddizioni, a diventare adulti veramente liberi? Urge sentire il problema educativo come la prima emergenza nella ricostruzione dell’umano. C’è davvero bisogno che l’uomo sia accompagnato alla scoperta del significato di sé, che impari a stupirsi della meraviglia del suo esistere e della sua libertà. E allora, dove non arrivano le analisi della politica può la preghiera, non come fuga ma come gesto di realismo estremo. Il Papa, lui sì vero rivoluzionario, la chiama “solidarietà orante” nel suo incessante chiedere che la misericordia di Dio accolga i caduti, conforti il dolore di chi soffre, moltiplichi uomini ed ambiti dove si possa essere educati a vincere l’estraneità e ad estirpare l’odio fra gli uomini e fra i popoli".

sabato, 07 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Cosa dire di Graziano? Cosa scrivere di un amico che, il solo fatto di chiamarlo amico ti sembra riduttivo.
Quando era vivo era il miglior amico adesso, che lo sgurdo è intriso del Mistero, Graziano è un mondo!
La morte di Gabriele mi aveva portato dentro il Mistero. Un fratello che muore ti porta a considerare che non siamo solo carne, ma anche la coscienza ha un peso, un senso. Adesso, la dipartita di Graziano mi apre alla concezione reale della Fraternità cristiana. Più cogente di quella carnale, più drammatica di quella saguinea. Di più e basta.
Raccontare diciotto anni di gioie, dolori, affetti, scontri ed incontri, adesso sarebbe roba da Mario Luzzi, io non ne sono capace. So solo che ho un altro angelo in Paradiso e che solo il ricordo mi gonfia gli occhi di lacrime e gratitudine.
Gesù me lo ha messo davanti con la forza del suo nome, uomo di Grazia, e ciò è stato. A tutti l'invito a continuare a scoprirlo meglio, ad andare avanti nella semplicità e nell'affezione che ha testimoniato. A fare tesoro di ciò che ci ha lasciato a partire da Giovanna, Anna, Giulio, Francesco e Gabriele. A scoprire chi l'ha generato, il grande Luigi Grazzini che come Graziano era il più affidabile qualunque cosa facesse anche quando, ragazzetto io, lo incontravo sulla Lazzi da Prato a Campi. Quanti fattorini dell'autobus fra scuole medie e scuole superiori avrò incontrato? Ma Luigi, quando ho capito che era il babbo del mio nuovo amico Graziano me lo sono ricordato eccome! Solo lui poteva generare tale figlio, lui e sua moglie ... la mitica Maria.
Non so e non posso ricordare senza cadere e scadere, per questo vi dico grazie di quello che state facendo.
Vai Giampaolo, noi ci capiamo e so che tu mi comprendi, tu, lui, il Movimento, quanta gioia e quanta grazia ... il Mistero e l'Infinito lo possono raccontare solo i grandi. Per il resto mi affido agli amici. Gazie di cuore a tutti.

domenica, 08 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Graziano,
Jesu sive vivo, sive morior, tuus sum.
Gesù, sia che viva, sia che muoia, sono tuo. Me lo avevi gia detto altre volte, quando le contrarietà dell’esistenza e nello specifico della quotidianità della politica ci mostravano l’evidenza della nostra piccolezza e fragilità anche di fronte a cose banali e di poco conto.
Quando uno ha questa coscienza, e Graziano l’aveva, incontrava tutto in questa prospettiva, le cose banali e quelle gravi. Ed egli era veramente Suo. Si vedeva nello sguardo che riservava a ciascuno. La partecipazione di popolo alla S.Messa di addio e’ stata certo straordinaria, forse perfino dalla fondazione di quell’antica Chiesa nell’XI secolo tanta gente insieme non si era mai vista, ma aldilà della retorica, era l’intensità del sentimento dei presenti che spalancava l’evidenza di qualcosa presente che travalica la semplice umana amicizia, stima, cordoglio, partecipazione o pietà. Mai visti tante persone, soprattutto uomini, scoppiare in lacrime. Il timore di perdere quello sguardo e la sua compagnia ci rattrista infinitamente. Tutti quei politici, raccolti insieme, non e’ certo passato inosservato, saranno venuti per stima, per rappresentanza, o certo per amicizia e solidarietà con la tua cara famiglia, ma sicuramente questa tragica circostanza e’ un’occasione ancora una volta che il Signore concede per la nostra conversione.
Dopo la famiglia e il lavoro, lo sport, la politica, il volontariato, l’amministrazione locale, ultimamente anche la cultura era il pane quotidiano …………” ne facevi mille!!!” qualcuno diceva con stima e ammirazione, ed io che ho i tuoi stessi interessi spesso ho avuto il privilegio di costruire con te tante iniziative. Anzi spesso guardavo stupito come chi, cresciuto sui campetti polverosi dell’oratorio (come te e me) potesse appassionarsi alla profondità dell’umano e alle conseguenze nella società, non solo, ma farlo anche con autorevolezza e seguito. Hai suscitato stima e simpatia tanto fra le persone piu’ semplici, che fra gli intellettuali più sofisticati, e le preferenze di voto che ottenevi quando venivi candidato era solo una piccolo segno. Si rendeva evidente così che quell’incontro con gli amici di Don Giussani aveva spalancato per te come per molti altri di noi un desiderio nuovo, più corrispondente all’umanità di ciascuno, che ha potato da subito frutti, e che molti più ne porterà d’ora in poi, anche grazie all’opera tua.
Adesso che non sei più qui, c’è un vuoto di gratuità nella politica . Ricordo come imparavo da te quando attaccavamo manifesti per gli amici candidati alle elezioni, allora con la DC sembrava tutto più semplice, o quando ti aiutavo ad organizzare i tornei di calcio per il Movimento Sportivo Popolare. Quella gratuità del primo istante, in te è rimasta costante, e perla rara oggi nel panorama politico. Quando verso le 17 di quel mercoledì non hai risposto a telefono ho pensato che eri impegnato in qualcosa d’importante, e che come talvolta accadeva mi avresti richiamato poi. Era veramente qualcosa d’importante, stavi incontrando Colui che da sempre attendevi.
La Fede e le opere………..ti ringrazio perché la tua testimonianza mi ha aiutato a capire che non c’è un’opera meritoria di impegno che l’uomo deve compiere, ma tutta la sua vita è l’opera che il Signore gli chiede, senza che nulla sia lasciato fuori.


Marco Vedovato

lunedì, 09 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Graziano
siamo fatti
per il firmamento
per correre
sulla fascia destra
con la palla al piede

un impeto infinito
poi una calma
e una veglia
un'attesa
una penombra

lo scialle
che ti ha avvolto
nell'ora media
è quello che copriva
le spalle di tua madre

la Madonna partoriente
ha reso a Dio
un parte viva
del corpo di suo figlio

il corpo di Cristo
il corpo di Cristo
la presenza viva
del Corpo di Cristo

l'anfora
che avevi nel petto
si è rotta all'improvviso
rovesciando dolore
sui nostri volti impauriti

ma trabocca anche adesso
l'incessante tua letizia
la gioia dei tuoi occhi
trabocca

due tempi di mezz'ora
mi raccomando
poi il fischio finale
un soffio nella chiarina

e tu mano
che raduni gli uomini
prendi la tua carne viva
per renderla ancora più viva

prendi Graziano in purezza
portalo in un luogo eterno
per un eterno tempo

la vita è già nella vita
tutto è già risorto
non ancora risorto
ma già risorto


Firenze 8 settembre 2006, Festa della Natività della Beata Vergine Maria.

E' il giorno dei saluti Graziano, ma sono venuto a dirti che giocheremo ancora, correremo ancora insieme sui campi di calcio, ti abbiamo avuto accanto per tanti anni, da oggi ti avremo nella parte più fonda del cuore, per sempre. Nulla sarà più come prima, tutto sarà più di prima per ognuno di noi, perchè nei momenti di gioia o di dolore, di fatica e di speranza, durante una passeggiata in montagna, ci verrà di voltarci di scatto, all'improvviso e di vederti sorridere, abbracciarti, di stringerti forte al petto e di accarezzarti il viso come mi hai stretto il 5 agosto di quest'anno, salutandomi, su quelle montagne che si preparavano ad accogliere una persona straordiaria come te, ciao Graziano, adDio.

Walter Rossi

lunedì, 09 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Il garbo nella politica

Uno dei temi più spesso ricorrenti nel ricordo degli avversari politici di Graziano è quello del tratto sua grande signorilità, del suo tatto, della sua discrezione.
Qualcuno ha evocato la categoria più giusta: il garbo.
Graziano, anche nel confronto politico, era garbato.
Se rilasciava un'intervista critica nei confronti di qualcuno, lo avvisava con una telefonata.
Un modo di far politica che centrava tutto sul confronto delle idee, nel render ragione delle posizioni.
Vi prego di ascoltare questo dibattito, svoltosi a Scienze Politiche, prima del referendum sulla legge 40, con un esponente radicale.
L'ho linkato anche in home .
Ne ho individuati altri, sempre su Radio radicale, di cui uno, anche video, durante una maratona oratoria a favore dei dissidenti cubani.
Gp
Ps: occorre realplayer, ma vale la pena

lunedì, 09 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 09 Ottobre 2006

«INTITOLARE A GRAZIANO GRAZZINI L'IMPIANTO SPORTIVO DI VIALE MALTA»: MOZIONE APPROVATA ALL'UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO COMUNALE

Intitolare a Graziano Grazzini, l'ex vicepresidente del consiglio comunale scomparso lo scorso 7 settembre, l'impianto sportivo di viale Malta. Lo chiede una mozione della quinta commissione che questo pomeriggio è stata approvata all'unanimità dal consiglio comunale.
«La dirigenza ed il consiglio della società gruppo sportivo dilettantistico Floriagafir-Bellariva - si legge nel documento - hanno richiesto la possibilità di intitolare l'impianto sportivo di viale Malta, dove hanno sede le proprie attività sportive, alla memoria di Graziano Grazzini che per molti anni è stato consigliere della società. Grazzini ha contribuito attivamente alla nascita della "FCG Floria 2000" che raggruppa i settori giovanili delle società del Fiesole Caldine, Florentia 2000 e Floriagafir, progetto che ha visto attori principali gli assessorati allo sport del Comune di Firenze e di Fiesole nonché la federazione italiana gioco calcio».
«L'impianto sportivo di viale Malta - prosegue la mozione - è di proprietà comunale con concessione quindicinale al gruppo sportivo Floriagafir ed è dedicato all'attività calcistica e allo sviluppo e promozione della crescita dei giovani, attività che Graziano Grazzini seguiva con assiduità. Grazzini, diplomatosi all'Isef nel 1978, impegnato fin da giovanissimo nell'associazionismo e nel volontariato, è stato cofondatore a Firenze del Movimento Sportivo Promozionale, ha partecipato ad esperienze sportive in diverse squadre del territorio fiorentino e che, nella sua attività, si è occupato di sport sia come allenatore di calcio che come educatore ed infine come dirigente sportivo». (fn)


Questo il testo della mozione:

Mozione
"Per intitolare a Graziano Grazzini l'impianto sportivo di Viale Malta"
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che la dirigenza ed il consiglio della società gruppo sportivo dilettantistico Floriagafir-Bellariva hanno richiesto la possibilità di intitolare l'impianto sportivo di Viale Malta, dove hanno sede le proprie attività sportive, alla memoria di Graziano Grazzini che per molti anni è stato consigliere della società;
Ricordato come Graziano Grazzini ha contribuito attivamente alla nascita della "FCG Floria 2000" che raggruppa i settori giovanili delle società del Fiesole Caldine, Florenzia 2000 e Floriagafir, progetto che ha visto attori principali gli assessorati allo sport del Comune di Firenze e di Fiesole nonché la FIGC federazione italiana gioco calcio;
Appreso che l'impianto sportivo di Viale Malta è di proprietà comunale con concessione quindicinale al gruppo sportivo Floriagafir;
Considerato che l'Impianto è dedicato all'attività calcistica e allo sviluppo e promozione della crescita dei giovani, attività che Graziano Grazzini seguiva con assiduità;
Considerato che Graziano Grazzini, diplomatosi all'Isef nel 1978, impegnato fin da giovanissimo nell'associazionismo e nel volontariato, è stato cofondatore a Firenze del Movimento Sportivo Promozionale, ha partecipato ad esperienze sportive in diverse squadre del territorio fiorentino e che, nella sua attività, si è occupato di sport sia come allenatore di calcio che come educatore ed infine come dirigente sportivo;
Considerata l'unanime volontà, espressa durante la sua commemorazione avvenuta in Consiglio Comunale lunedì 11 settembre 2006, di poter ricordare il suo nome e la sua attività, nella città di Firenze
Impegna l'Amministrazione Comunale
e la competente commissione toponomastica
ad intitolare l'impianto sportivo di Viale Malta a Graziano Grazzini

martedì, 10 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Bravo Gabriele,
Graziano a quel campo era affezionato.
Spesso, di passaggio da Firenze per le festività, ci si dava appuntamento proprio lì.
Gp

martedì, 10 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Quel dibattito su Radio Radicale

Sono stato alcuni giorni a casa influenzato e, nel tedio della giornata oziosa, ho ascoltato il dibattito su radio radicale del nostro Graziano.
Non mi ha meravigliato la preparazione, lui non avrebbe mai improvvisato su una cosa del genere, ma sono stato fortemente toccato dalla modalità con cui egli riusciva a smarcarsi dalla fitta rete di tendenziosità e di provocazioni a cui l’interlocutore lo induceva. Lui faceva il suo mestiere.
Tipico delle discussioni radical-casiniste di “pannelliana” memoria ed ora fortemente incarnate da Capezzoni.
Di qualunque cosa si parli, sia di calcio o di un trattato filosofico, sia del macro o micro cosmo piuttosto che di reality show la colpa è, a prescindere, di Santa Romana Chiesa.
Graziano, mai una volta, è caduto nella tentazione di una contrapposizione ideologica, né con l’interlocutore e né tantomeno con gli universitari. La partenza era sempre da l’esperienza visibile ed incontrabile ed ogni concetto era supportato da esempi.
L’ultima battuta è stata la sintesi degna dell’umano che si libera, come da un continuo equilibrio, della doverosa attenzione a non turbare il dibattito, a non offendere l’interlocutore, a cercare di esser chiaro soprattutto degli ascoltatori.
Quando nello scadere del tempo il buon “radicale” stava tentando gli ultimi colpi citando, per cambiare, il Vaticano, Graziano esclama: “vi presento il portavoce del Vaticano ….”. citando il nome dell’interlocutore.
Me lo immagino, a denti stretti e con il sorriso per non offendere.
Non doveva offendere, perché la persona è Persona e l’offesa è in impedimento all’umano, ma doveva decisamente porre la questione nei termini in cui essa doveva stare.
Quindi un Grazzini deciso e risoluto tiene testa a tutto con la sua umanità ed intelligenza.
Me lo immagino, appunto, mentre mette via con fretta e disordine i suoi appunti, in quell’agenda che sarà indispensabile per andare in Vespa e non tralasciare nulla al prossimo incontro. Sia esso al lavoro, oppure alla politica o magari con un amico non è possibile tralasciare nulla. Ma non è possibile non dare la stretta di mano, frugale ma sincera, doverosa ma non dovuta a chi ha incrociato con te tutta la sua statura umana.
Julian Carron, mentre predicava gli Esercizi Spirituali di C.L., all’assemblea finale, paragona la persona semplice alla persona decisa. Ecco Graziano: semplice perché deciso o deciso perché semplice. E Don Giussani nel libro “Perché la Chiesa “ (Ed. Rizzoli 1993 pag. 276) dice: “L’interiore unità della Chiesa proviene perciò dalla semplicità con cui aderisce alla sua missione ….” E qui non si può non ripensare a Graziano.
Semplice, perché non c’è da aggiungere nulla alla bellezza di una realtà che è dominata dalla Sua presenza, Graziano amava riprendere la frase del Miguel Manara di Milosz :”Perché so che tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il Cielo ne sia lodato) non è la nostra” ed anche quella che Paul Clodel mette in bocca a Pietro di Craòn ne “L’annuncio a Maria”: Non alla pietra tocca fissare il suo posto, ma la Maestro dell’Opera che l’ha scelta”.
Nella memoria quasi quotidiana di queste frasi, ripetute come giaculatorie, nella coscienza che, riprendendo Don Giussani, la nostra vita è fatta di circostante condivise con “persone o momenti di persone” ecco emergere la difinitività delle sue scelte che lo rendono uomo certo e deciso nella letizia della sua esistenza. Tutto coopera al bene, ogni persona è per il Destino ma a noi era toccato di più ed allora ci congedavamo certi che la nostra storia fosse già, di per sé, l’Infinito, con la nostra frase: “Che … fortuna s’è avuto!” A presto vederci, Graziano

sabato, 14 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

sabato, 14 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Errata Corrige,
il testo Perchè La Chiesa di Don Luigi Giussani, citato sopra è edito nel 2003 e non nel 1993.
Scusate

sabato, 14 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Tantissime visite

La scorsa settimana sono stati 68 le persone che si sono affacciate sul blog (abbiamo messo un contator! Graziano ci sta facendo diventare esperti).
Non male. Pochi pero' scrivono. Coraggio!!!
Gp

sabato, 14 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Un nome non casuale

Grosseto, 6 ottobre 2006

Carissimo Giampaolo

ad un mese dalla morte di Graziano è ancora più evidente che il suo nome non è casuale: è un vero e proprio torrente di Grazia che, in modo tanto “carsico” quanto impressionante, sta via via emergendo.

Se Dio permette e favorisce questo è prima di tutto per noi: per un’amicizia più forte della morte e per un desiderio di imitazione vera di fronte alla vita.
Del resto il grande S. Benedetto, nel prologo della sua Regola, ricorda che ogni giorno che Dio ci concede è per il nostro cambiamento.

Graziano questa coscienza l’ha vissuta in modo tanto intenso quanto crescente, al punto di arrivare fino alla commozione, lui, uomo così virile e netto, con quel suo gesticolare tipico di quel ceppo paesano che egli ha sempre amato ed onorato, anche a me così caro.

Io non posso dimenticare le nostre ultime telefonate: sono state un crescendo di gratitudine al carisma di Don Giussani, a questa storia che, non solo investe ed abbraccia le nostre persone ma, incredibile ma vero, si esprime anche attraverso di esse.

E pure nella penultima telefonata è stato proprio lui a ricordare di nuovo i due momenti che hanno segnato di più il legame che univa la nostra vita.
Carnevale dell’ ’86, circolo M.C.L. di Brozzi: alla fine della festa detti gli avvisi per i giorni successivi. Fra questi ricordai anche la S. Messa, alla Chiesa del Cestello, dove ci incontravamo tutte le settimane con la gente del Movimento. Mi venne spontaneo dire che per noi anche quel gesto era molto importante poiché nell’esperienza che ci era dato di vivere, “tutto c’entra, dalla festa al Sacramento”. Questa cosa lui non se l’è più scordata.

San Salvi, primavera del ’95. Graziano mi venne a trovare nella nostra casa dei “Memores Domini” e mi chiese che cosa ne pensassi di una sua eventuale candidatura come Consigliere Comunale in Palazzo Vecchio.

Con tutta la franchezza e la libertà della nostra amicizia gli dissi: “Può essere una cosa interessante ma tu adesso sei di fronte come ad un bivio: se questa decisione è solo secondo un tuo “pallino” (lui, già prima dell’incontro col Movimento, aveva sempre avuto la passione per la politica) rischia di essere una cosa che prima ti affascina poi ti delude; ma se tu la vivi in maniera vera può essere invece bella per te ed utile per gli altri, dipende da come vivrai l’appartenenza a ciò che Cristo ti ha fatto incontrare: non tralasciare mai tua moglie e i tuoi figli né la Scuola di Comunità.”

È impressionante - pensa anche alla testimonianza di Maurizio - come in tutti questi anni con l’aiuto di Giovanna e dei suoi amici più cari, egli abbia vissuto in maniera fedele ed intensissima questa appartenenza.

E proprio durante il funerale ad un certo momento mi ha colpito la costatazione che questa amicizia che ci è dato di vivere non è solo vera e bella ma è anche “potente”. Quanta gente lì, e non solo lì, ha voluto testimoniare la propria gratitudine ad un uomo che ha avuto ed usato (non ci dimentichiamo che lui è sempre stato all’opposizione…) un solo “potere”: il proprio cuore appassionato all’altro perché appassionato a Cristo. Per questo Graziano ha realizzato davvero quello che richiamava Paolo VI: “la politica come la forma più alta di carità”. Per questo non possiamo fare a meno di conoscere e far conoscere il più possibile la sua testimonianza, anche al di là di Firenze. Non è solo un omaggio a lui e alla sua bellissima famiglia, è un’occasione per attestare che “si può (veramente) vivere così”.

Oggi, in questo tempo, insieme tremendo e grande, che Dio ci ha chiamato a vivere.

Con affetto

Paolo Pecciarini

venerdì, 20 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Io e Graziano non ci frequentavamo moltissimo (lui un po' più grande di me), ma proprio perchè non ci frequentavamo mi colpiva sempre quando agli incontri o alle assemblee mi veniva incontro e mi chiedeva sempre come andava, mi invitava agli incontri politici che organizzava (e a qualcuno sono anche andato). E io mi chiedevo, ma perchè ci tiene tanto a me? E ogni volta mi stupiva questo suo modo non formale di rapportarsi con me. Io lo ricordo con affetto in quelle brevi chiacchierate alla fine di ogni incontro.
Grazie Graziano
Maurizio C.

venerdì, 20 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Grazzini, Italia

Era un refrain di Graziano, in un certo periodo. Un bel po' di anni fa. "Grazzini, Italia", non mi ricordo, forse c'erano i mondiali, nel '94, ed era un modo per ricollegarsi, ridendone un po', al clima agonistico di quei giorni.
"Grazzini, Italia" mi e' tornato pero' in mente leggendo le statistiche del sito.
Sono 166 quelli le visite singole ma a stupire e' soprattutto la provenienza: il contatore che abbiamo piazzato rivela infatti collegamenti da Stoccolma e Washington (e qui mi immagino chi possa essere! no, non Bush ma il nostro amico Marco che lavora laggiu').
E poi, ancora, collegamenti dalla Puglia, da Arese in Lombardia.
A tutti questi amici dico: 'Consegnateci un vostro ricordo'. Anche semplice, come ha fatto Maurizio, ieri.
Non tutti siamo poeti come Walter Rossi (che bellezza i suoi versi su Graziano), pero' tutto vale.
Gp

domenica, 22 ottobre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Lele e Paola, una festa nel segno di Graziano

Il ricordo di Graziano ha accompagnato molti di noi, ieri, alla bellissima festa di Lele e Paola, che celebravano 25 anni di matrimonio.
Una festa a cui Graziano, da infaticabile tessitore di affetti e di amicizie, aveva lavorato alacremente, fin da luglio.
Cosi' come aveva fatto per i 50anni di Lele, pianificando una festa a sorpresa a Firenze.
Ieri Graziano e' stato ricordato proprio da Lele, in una toccante intenzione che accomunava i tanti amici che non ci sono piu'.
Piangeva, Lele, non ce la faceva a finire: un'amicizia davvero troppo grande.
Poi il volto di Graziano e' comparso nell'amarcord fotografico che alcuni amici avevano preparato: vacanze sulle Dolomiti, non so di quale anno di vent'anni e passa fa. Graziano sorridente e baldanzoso, come e' stato sempre.
E a Graziano e' stato invetibale pensare quando, dopo le ultime foto proiettate, e' comparso quello splendido brano dell'Annuncio a Maria (?): 'Tutto va dove deve andare'.
Gp

domenica, 22 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Non ho un ricordo in particolare di Graziano o un evento significativo che mi torna alla memoria. Legate al quotidiano e al fiume di incontri e occasioni di ogni giorno ho, piuttosto, tante immagini in testa, alcune chiacchierate, qualche telefonata (un piacere da chiedere o un’informazione… non dovevi stargli col fiato sul collo, ti richiamava sempre lui), un saluto veloce incrociandosi per strada, sempre un sorriso.
Due ricordi però ho più impressi di altri.
Durante lo splendido periodo delle Elezioni Comunali a Firenze del ’99 (avvincente e incredibilmente divertente), ad un incontro pubblico al Palaffari Graziano interveniva per sostenere la candidatura del Prof. Scaramuzzi a Sindaco e, un po’ più “carbonaramente”, per sostenere la candidatura di Gabriele, pregando gli altri di votare lui e non sé (assolutamente “impensabile” come ha detto Gabriele nel suo bellissimo ricordo in Palazzo Vecchio). Intervenne alla fine dell’incontro, molto brevemente, non per parlare di se’ ma per dire che era rimasto colpito di come Scaramuzzi, qualche giorno prima, tornando a tarda sera da un incontro elettorale si era fermato per osservare, indicandoli alla moglie, dei gelsomini (mi pare) su un muro, belli e profumati. Quasi vergognandosi per quella scena che aveva “spiato” ma commosso da quella attenzione e da quella tenerezza concludeva augurandosela per sé e per la sua vita.
Qualche giorno fa sistemavo alcune vecchie foto e ho trovato la “foto di gruppo” scattata alla mia tesi di laurea, il 5 Ottobre del 2000. Graziano era venuto. L’avevo invitato, così, quasi per cortesia, non speravo che trovasse il tempo. Invece venne, lo ricordo salire le scale insieme a Gabriele. Era una tesi in Scienze Politiche, sulla Democrazia Cristiana, evidentemente non poteva mancare.
Uscito dalla discussione, tra gli amici e i parenti che mi salutavano e che facevano festa, nella confusione, ricordo che mi venne incontro, mi disse una cosa che gli era piaciuta molto e un’altra che invece mi ero dimenticato di far notare nell’esposizione.
Nella foto di cui ho detto è proprio dietro di me, ha la sua mano sulla mia spalla. Mi piace pensare che quella mano, un po’, ci sia anche adesso.

Mario Monti Guarnieri

lunedì, 23 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Quello di Mario Monti è un ricordo che, nella sua semplicità mi pacifica. Perchè ricordare questo, di Graziano, è tanto doveroso quanto non scontato. Quante telefonate riceviamo perchè ci siamo scordati di far qualcosa per qualche amico? E quante telefonate per avere risposte da amici a cui abbiamo chiesto qualcosa?
Spero che la semplicità di Graziano abbia lasciato, prima di tutto nel mio cuore, lil desiderio di non dare per scontato uno sguardo, un sorriso, un cenno qualsiasi ... l'amicizia è anche questo. Oltre all'educazione.

Grazie Mario

domenica, 29 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

"Graziano Grazzini è scomparso il 6 settembre"
Un favore, potete sostituire quel "è scomparso" con "è tornato al Padre" oppure, più semplicemente e concretamente "è morto", o qualcosa di simile?
Credo che anche Graziano lo avrebbe preferito (lo preferisca)

lunedì, 30 ottobre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Giugno 2004. Andai all’ufficio pubbliche affissioni del Comune di Firenze, per richiedere l’affissione di manifesti che promuovevano un evento culturale. Mi comunicarono che il tariffario prevedeva un tariffa agevolata per il tipo di associazione promotrice dell’evento in oggetto, ma solo nel caso lo spazio di eventuali sponsor non raggiungesse un certa superficie all’interno del manifesto stesso.
Nel manifesto che proponevo erano presenti molti marchi di sponsor, la somma delle superficie dei quali era comunque inferiore al massimo ammissibile per usufruire della tariffa agevolata. L’addetto allo sportello mi precisò tuttavia che non poteva conteggiare i singoli sponsor ma l’interna la superficie del rettangolo virtuale che li conteneva tutti (senza detrarre da questa tutti gli spazi vuoti che c’erano).
Contestati questa decisione e chiesi un appuntamento con il “dirigente” dell’ufficio.
Fui ricevuto qualche giorno dopo dal “dirigente” che confermò di non poter chiedere agli addetti allo sportello il lavoro eccessivo di conteggiare tuttele superfici dei singoli sponsor.
Telefonai allora a Graziano.
Pochi giorni dopo mi ritelefonò assicurandomi che era intervenuto e che avrei goduto della tariffa agevolata.

L’anno dopo mi ripresentai allo stesso ufficio, con i manifesti delle successiva edizione della manifestazione che volevo pubblicizzare, che purtroppo aveva sempre un gran numero di piccoli sponsor pubblicitari!
Ero pronto a riaffrontare tutte le discussioni dell’anno precedente ma il solito addetto allo sportello mentre mi spiegava le condizioni per la tariffa agevolata precisò: “ ... ha diritto alla tariffa agevolata purché non abbia una superficie di sponsor superiore a un certo limite , facendo la somma della superficie dei singoli sponsor nel caso ne abbia più di uno.”
Quello che pensavo che Graziano avesse fatto solo per me l’anno prima, era invece diventato un criterio di applicazione della legge più attento alle specifiche esigente di tutti i cittadini!

Una nota di costume. Questa estate mi sono ripresentato allo stesso ufficio con il conteggio già pronto di tutte le superfici degli sponsor del nuovo manifesto che dava una superficietotale inferiore al massimo consentito per legge. L’addetto allo sportello si è armato però di metro e calcolatrice e ha iniziato a fare il conteggio di verifica in prima persona. Dopo un po’, apparentemente stancato dai calcoli mi ha detto:”la superficie degli sponsor sarà alla fine sicuramente superiore a quella prevista per legge, ma gliela considero inferiore”.
“Che differenza - ho pensato – “fra chi ti concede ciò a cui hai diritto come se ti facesse un regalo, e chi invece aveva difeso un mio diritto, quasi chiedendomi grazie per quello che facevo.”

Silvio Santi

venerdì, 10 novembre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Quota 293

Ciao a tutti,

sono ormai 293, secondo il nostro contatore, le persone che hanno visitato il blog. Poche, invece, le testimonianze: giusto una ventina, se si tolgono i commenti o gli avvisi, come questo.

Rinnovo l'appello a scriverci qualcosa, qualunque cosa vi ricordiate di Graziano. Anche dettagli apparantemente banali (e sottolineo 'apparentemente') come quelli 'postati' da Silvio Santi.

Nei giorni scorsi trascrivero' alcuni interventi che mi sono stati dati 'brevi manu', fra cui un bellissimo di Gabriella Pisano.

Un altro, anch'esso molto bello, è invece di Cristina Piazzini e riguarda la Festa della Rificolona, cui Graziano ha dato un contributo importante. Cristina è stata una delle primissime a mandarmi un ricordo, putroppo la mia posta di lavoro - appesantita da spamming e da comunicati stampa - l'aveva inghiottito.

Colgo l'occsione per dire a Stefano Borselli, intervenuto di recente sul testo di descrizione del blog, che dagli amici del Covile aspettiamo qualche bel ricordo, considerando la fecondità culturale e politica del rapporto che hanno avuto con Graziano.

Rassicuro Borselli sul punto, non siamo smaniosi del politicamente corretto: abbiamo scritto che è Graziano è 'scomparso' senza pensarci troppo sopra.

Giampaolo Cerri

sabato, 11 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Una spintina al Mistero

Dopo più di vent’anni trascorsi insieme, cosa psso dire di Graziano? Che è stato un amico CARISSIMO, un PREZIOSO compagno di cammino (prima nei Giovani lavoratori e poi nel gruppetto di Fraternità); che insieme a Giovanna ha condiviso i momenti più importanti della mia vita; ma anche quelli più comuni, come la vacanze in Casentino d’estate, le varie convivenze, i pranzi e le cene… E sempre ricordo la sua attenzione ad ogni persona: sapeva valorizzare ognuno e da lui ci si sentiva accolti e stimati.
Di lui non ricordo grandi discorsi, ma una semplicità di cuore immensa che lo portava a vivere con stupore ed entusiasmo tutto; da lui traspariva la letizia per Ciò che aveva incontrato e la gratitudine per tutto quello che aveva ricevuto. E negli ultimi anni questo era ancora più evidente e mi colpiva il suo ripeterlo continuamente.
Quando l’ho conosciuto nei Giovani lavoratori, si “divertiva” ad accoppiare le persone «Do una spintina al Destino» diceva e noi ci scherzavamo.
Ma lui era davvero contento quando due trovavano la loro strada: sapeva gioire per gli altri! E poi mi ha sempre colpito la sua infinita generosità, che era una sua caratteristica, ma non era solo un lato del carattere, era qualcosa di più. Era il suo modo di amare l’altro, «perché si era sentito amato», diceva e perché “«abbiamo ricevuto tanto e non possiamo non dare».
Il suo donare era sempre gioioso, ma l’ho sentito lamentarsi se doveva fare qualcosa per gli altri, sempre con entusiasmo. “Che problema c’è, ci penso io” e noi ci rivolgevamo continuamente a lui.
La sua disponibilità era totale: gli piaceva SERVIRE gli altri nelle cose più semplici (come rigovernare ogni volta che veniva a casa mia), nei bisogni che vedeva, piccoli o grandi che fossero (come prestarti o addirittura regalarti la sua macchina) ed era attentissimo a riconoscerli. E il suo aiuto così sincero e gioioso non potevi che accettarlo e sentirti amato, ma non da Graziano, da Cristo che lui in quel momento serviva.
Mi viene in mente Madre Teresa di Calcutta: “Quello che facciamo, lo facciamo per Cristo, per amore a Cristo”.
Graziano era così, mi lascia un grande vuoto ma insieme un enorme desiderio di essere come lui, di amare Cristo con la semplicità, la verità e la letizia con cui l’amava lui.
Aggiungo una preghiera di don Giussani che mi ha dato Giovanna.

«Aiutaci,
tu che adesso vedi senza ombre
quel Mistero che tanto ci attira
e ci affascina tutti,
a vivere con più verità
la nostra vita e il nostro compito.
E quando al mattino
Nell’Inno di lodi reciteremo:
'e noi che di notte vegliammo
attenti alla fede del mondo
protesi al ritorno di Cristo
or verso la luce guardiamo'
vedremo te nella luce.
Adesso ci sei vicino
in modo diverso di prima
ma infinitamente più di prima,
e ci guardi con la stessa pietà
con lo stesso sguardo
di Colui in qui sei”
.

Gabriella Pisano

sabato, 11 novembre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Nuovi link per Graziano

Segnalo a tutti che abbiamo aggiunto nuovi link a siti (lo strepitoso archivio di Radio Radicale) che propongono frammenti della vita politica di Graziano.
Si tratta di un intervento di 12 minuti a un incontro sulla Dottrina sociale della Chiesa e un video realizzato in Piazza della Repubblica a Firenze, quando Graziano si è succeduto ad altri politici di vari schieramenti in una maratona oratoria lanciata dal Partito Radicale contro alcuni prigionieri cubani che rischiavano di essere condannati a morte (come poi effettivamente avvenne).
Gp
Per ascoltare e vedere occorre RealPlayer, Scaricatelo qui

sabato, 11 novembre, 2006  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Il ricordo di Mariella per Tracce

Molti di voi l'hanno già letto ma l'ho aggiunto nei link per quanti non avessero letto Tracce.
E' l'articolo di Mariella Carlotti.
Bellissimo.
Gp

sabato, 11 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Non mi ricordo quando ho conosciuto per la prima volta Graziano, ma è stato come se lo avessi conosciuto da sempre. Mi ricordo molto bene, invece, di una grossa litigata che facemmo in casa di un nostro amico comune, per motivi di “tifo”, io per la Fiorentina, lui per la Juve, la nemica, con la moglie Giovanna che cercava di farci fare la pace.
Però stranamente da allora in poi diventammo più amici, e sono stata felice di aiutarlo nelle varie campagne elettorali in cui lui si candidava e nei giorni successivi alle elezioni mi sono trovata qualche volta ad aspettare insieme a lui i risultati.
Negli anni successivi il fatto di tifare per squadre diverse era diventato il modo di prenderci in giro e ci facevamo due risate per gli sfottò che a casa sua io suo figlio (tifoso viola) cantavamo durante la cena. Ricordo bene quanto mi sentivo unita a lui nelle battaglie politiche in cui si adoperava per la città e mi tornano sempre in mente i consigli che più volte mi ha dato su come affrontare varie situazioni difficili.
Ci siamo sentiti per telefono pochi giorni prima della sua morte. Subito mi è mancato e continua a mancarmi.
Grazie per tutto quello che hai fatto a me, a noi, a tutta la città.
Grazia

domenica, 12 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Il giorno successivo alla morte di Graziano mi sono recato a mensa con una collega, visibilmente turbato da quanto era appena accaduto. Interrogato sul perchè fossi così ho raccontato il fatto. Tuttavia, il rapporto umano (oltre che professionale) che ho con quella persona, insieme alla mia esigenza di capire meglio il significato quello che era accaduto, mi ha fatto desiderare di dire qualcosa in più della semplice cronaca dei fatti. E mi è tornato alla mente un esempio recentemente citato da don J. Carron, ma precedentemente usato tante volte da don L. Giussani: se tornando a casa incontro uno sconosciuto che mi da uno schiaffo vado su tutte le furie e (quanto meno) cerco di renderglielo; se invece è mia mamma che lo fa le chiedo il perchè. Così mi trovo a chiedere il motivo di questo schiaffo che il Mistero ha dato a tutti quelli che conoscevano Graziano, a partire dai familiari e dagli amici più stretti, riprendendocelo così improvvisamente. E sono certo che chi ci ha schiaffeggiati così violentemente non desidera il nostro bene meno di quanto nostra madre possa fare. Prego per Graziano, per i suoi cari e per tutti noi.

mercoledì, 15 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Segnalo che AVSI Point di Firenze, CDO Toscana e Banco Alimentare, con il Comune e la provincia di Firenze, organizzano un concerto in memoria di Graziano per Mercoledì 20 dicembre ore 21 al Teatro Verdi. L'Orchestra Città di Grosseto esegue l'Incompiuta di Schubert e la Settima Sinfonia di Beethoven. Introduce all'ascolto e dirige il Maestro G. Fornasieri. Tutto il ricavato sarà devoluto ad AVSI per i progetti della Campagna Tende 2006. Prossime info a presto.

giovedì, 16 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Juventino buono

Impressionante come Graziano riuscisse a farsi voler bene. Fra gli articoli che lo ricordano, ne ho trovato uno di ToscanaTv, che lo definisce "tifosissimo della Fiorentina".
In realtà la sua passione era la Juve. La battuta ricorrente di quest'estate era: "M'hanno tolto tutto: prima la Dc, poi la Juve".
Giulio, suo secondo figlio e viola doc, ne sarà felice.
Graziano, da lassù, ci riderà sopra.
Era un juventino buono. Uno dei pochi, se non l'unico :-))
Gp

lunedì, 27 novembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Lo struggimento di fronte alla vita

Il 6 settembre scorso è improvvisamente scomparso il nostro carissimo amico Graziano Grazzini. Ricordiamo i bellissimi anni in cui ci siamo fatti compagnia nella vita attraverso l’esperienza di Famiglie per l’Accoglienza.
“Il Signore verrà come un ladro nella notte”… Questa frase mi ha sempre turbato il cuore perché pensavo falsamente che l’imprevedibilità potesse essere indirizzata o deviata dalla mia vita, dalla mia famiglia, dai miei amici più cari. Invece non è stato così e il Mistero ci ha strappato repentinamente dalle braccia Graziano. La mattina presto, le telefonate concitate da parte degli amici, la prima incredulità e per la prima volta in me non un moto di rabbia o di ribellione o di recriminazione, ma solo un barlume di coscienza, la commozione per un dono fatto a una vita spesa tutta con semplicità per il Signore. Graziano… ogni parola risulta incauta a descriverlo… era il suo stesso essere e agire che affascinava e trascinava… I ricordi si affollano per tanti momenti comuni vissuti insieme nella vita dell’Associazione. Non avevano bambini in affido o in adozione ma cosa fosse l’ospitalità lo sapevano bene e lo testimoniava insieme con Giovanna e i suoi figli… La parola che ripeteva sempre negli ultimi tempi e su cui scherzavamo a volte (diceva che si esprimeva così perchè invecchiava) era “struggimento”, che provava di fronte al figlio piccolo o nella compagnia faticosa e permanente a una difficile storia di accoglienza. Struggimento, cosa può rendere meglio nella descrizione di questa ‘sperdutezza’ dell’animo di fronte al Mistero infinito di chi mendica un abbraccio a volte difficile, a volte quasi impossibile da offrire? Ricordo la tenerezza con cui descriveva allo stesso modo gli inizi del suo innamoramento con Giovanna così come gli episodi della difficile storia a cui lui e la famiglia facevano compagnia da anni. Graziano quell’abbraccio lo offriva senza egoismi, con umiltà, con la disponibilità piena di chi ha compreso che trovare la sala per gli incontri, aiutarci per avere il patrocinio della Provincia nelle nostre iniziative o fare il turno allo Stand dell’Associazione al Meeting è un gesto grande. Ti ringraziamo per essere stato nostro compagno per questo pezzo di strada!
Elisabetta Cantini

Estratto da Lettera Periodica di dicembre 2007, notiziario di Famiglie per l'accoglienza

mercoledì, 06 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Il vero e il bello di Firenze

Già nel marzo del 2002 parlammo per la prima volta di festa della Rificolona. Mi era capitato di parteciparvi dopo tanti anni ed ero rimasta profondamente addolorata dai particolari: la Basilica chiusa..poca gente e poche rificolone e una triste e demotivata orchestrina jazz che suonava fra la disattenzione di tutti.
La festa della Rificolona è per la tradizione fiorentina una delle più belle feste. Ricorda l’attesa nella vigilia della Natività della Madonna celebrata l’8 settembre dai tanti contadini e contadine, già dal seicento, che scendevano dalle campagne per partecipare alle funzioni religiose presso la Basilica della SS.Annunziata a Firenze. Scendevano con i loro lumini e vestiti a festa, così per i fiorentini , abituati ai costumi cittadini, divenne facile e divertente canzonarli, da qui il termine “rificolona”.
Da allora a Firenze questa tradizione si tramutò in una bellissima festa, con cortei, canti e tanti lumini di carta colorati, le rificolone appunto. Nei tempi più recenti, circa trent’anni fa, l’amministrazione comunale decise di “zonizzare” la festa che così approdò nei vari quartieri allontanandosi dal suo luogo natio, la piazza SS.Annunziata, e dal suo significato. Per tanti anni le nuove generazioni non hanno più saputo il senso del portare a spasso la sera del 7 settembre i loro bambini con le rificolone accese, e così lentamente era come nata una disaffezione alla festa stessa.
Quella sera di marzo del 2002, quasi rincorrendolo fra le stanze del Sodo, parlai per la prima volta di questa idea a Graziano: riportare la festa al suo significato e al suo antico splendore, prendendone in mano la gestione. Scelsi Graziano un po’ perché fra gli amici ai quali chiedere aiuto mi sembrava il più adeguato, consigliere comunale e sempre così entusiasta, poi perché anche lui, come me, essendo mio coetaneo doveva aver vissuto da bambino la bellezza di questa festa e poi perché a Graziano era semplice proporre anche le idee più strane, ero certa che non avrebbe mai riso di me.
La sua prima risposta però fu: “ Un po’ bizzarra questa idea, non so…ci devo pensare. A chi può veramente interessare tanto da investirci nome, tempo?…”Mi sembrava lì per lì che avesse trovato un modo gentile per scaricarmi, e in effetti, pensandoci, l’impresa era tutt’altro che facile, la festa apparteneva all’ ufficialità del comune di Firenze, e la piazza della SS.Annunziata al Quartiere 1 a cui la festa andava più che bene come era gestita.
Passarono diversi mesi senza che accadesse niente, all’improvviso ed era ormai l’ottobre del 2002(un’altra Rificolona era passata),Graziano mi ferma alla fine di un incontro e mi dice: “Fai finta di scrivermi una lettera in cui spieghi le ragioni per cui vuoi riprendere la festa in mano e io, quasi per caso, la faccio vedere ad una persona fra le più innamorate di Firenze, ci ho pensato molto, ma credo che sia la persona giusta” e poi aggiunse “questa idea è proprio una bomba, sarà difficile ma potremo farcela”. Rimasi di stucco, non solo non mi aveva “ scaricato” come credevo, ma aveva continuato a pensarci per tutto quel tempo cercando la strada giusta ed inoltre adesso si proponeva di vivere questa avventura insieme a me.
Andò proprio così, scrissi quella lettera e lui la fece vedere a Giannozzo Pucci, un importante nome fiorentino legato a molte iniziative cittadine, una fra tutte il Calcio Storico Fiorentino , ma soprattutto un appassionato a Firenze, proprio come Graziano.
Giannozzo, all’inizio di Dicembre del 2003 mi telefonò e così finì che ci ritrovammo io, Graziano e Giannozzo nella bellissima biblioteca di Palazzo Pucci,in via de’ Pucci, vicino a via de’ Servi…nel cuore di Firenze. Entrando in quel palazzo storico, dove Giannozzo ci aspettava, Graziano era visibilmente contento, si vedeva da lontano come gustava delle cose belle della nostra città, del loro spessore storico.
Ricordo che, mentre salivamo in ascensore all’ultimo piano del palazzo, mi parlava di Giannozzo, di quel che lui gli aveva raccontato della storica famiglia Pucci e intanto respirava come a pieni polmoni, mentre io, quasi senza accorgermi cominciavo a guardare a Firenze così come lui faceva.

Quella riunione, che poi ebbe anche un intervallo in una tipica trattoria di via de’ Servi, durò molte ore. Si parlò di molte cose, era interessante vedere come l’amicizia fra Graziano e Giannozzo (che era nata qualche anno prima fra i banchi del consiglio comunale) si nutrisse di un interesse quasi a trecentosessanta gradi. Traspariva questo desiderio di rendere evidente il vero e il bello della nostra tradizione ed ogni pietra della città era come degna di attenzione.In mezzo ai mille argomenti di quella sera riuscimmo a fatica anche a parlare di Rificolona, ma contenere Graziano su un solo argomento alla volta era sempre impresa difficile. E questo col tempo, in tutti gli altri incontri che vennero negli anni, aumentando i partecipanti, divenne sempre più chiaro. Ad ogni incontro, a seconda di chi interveniva fra i personaggi più pubblici o le semplici persone del popolo, lui così sorridente e disponibile, aveva sempre qualcosa da domandare e io rimanevo stupita da quanta gente conoscesse e come si interessasse a ciascuno di loro!
Dopo quella sera il piccolo gruppo “a tre” subito divenne più folto. Poco tempo dopo andammo ad esporre questa idea al Parroco della Basilica dell’Annunziata: Padre Alberto. Era una fredda sera di inizio gennaio, avevamo deciso con Graziano di aspettarci in piazza per entrare insieme,entrammo e ci fermammo davanti all’immagine sacra della Madonna delle Grazie, che si trova, protetta, all’interno della Basilica. Nel tempo di una breve preghiera vissuta assieme ebbi come la certezza che il nostro cuore batteva come uno solo dentro il cuore della Madonna e che quel nostro piccolo tentativo aveva caro solo una cosa, favorire il ritorno del cuore dei fiorentini davanti a quella stessa immagine. Da quel momento per noi fare la festa della Rificolona è sempre stato solamente questo, “ occorre che il Mistero torni fra la gente gente” scriveva in quel periodo don Giussani e noi questo sentivamo vero per noi, come la mossa decisiva.
Padre Alberto, entusiasta dell’idea, si unì a noi e così nacque quel piccolo gruppo, che in comune aveva solamente quest’amore alla Madonna e che per questo divenne subito fonte di una bella amicizia. La chiamavamo una compagnia, quasi fosse una confraternita evocando tempi antichi.
Passarono i mesi, a noi si unirono Sergio, Chiara, Patrizia, G.Felice,Gabriella, Federico… e in quel periodo molti furono i rapporti che cercammo in tutti gli ambienti cittadini, io mi interessai, con padre Alberto, di parlare della cosa negli ambienti ecclesiastici, ci furono i contatti con il futuro Vescovo Ausiliare di Firenze mons. Maniago, di conseguenza l’appoggio della Curia fiorentina e la certezza che il Cardinale mons. Antonelli avrebbe partecipato con noi al corteo che da piazza Duomo sarebbe arrivato la sera del 7 settembre alla piazza SS.Annunziata. La nostra idea era che da subito questa festa e il suo recupero appartenessero a tutto il popolo fiorentino, per questo cercammo di coinvolgere le parrocchie, i negozianti, le associazioni. Graziano invece si interessò di tutti i rapporti con l’istituzione pubblica, strada questa necessaria ma che all’inizio non fu per niente facile, finì con un incontro, primo di una serie, in Palazzo Vecchio con l’assessore alle Tradizioni Giani e con tutti i presidenti dei Quartieri fiorentini. Fu una lunga discussione, ricordo che padre Alberto venne apposta vestito da frate, “Perché sia chiaro che cosa vogliamo” disse, e tutti e quattro approvammo questa sua decisione, così entrammo in quella sala con il sorriso sul volto e… qualcosa di simile ad una complicità, come chi sa di condividere un grande segreto.
Alla fine di quello storico incontro, nel mese di aprile, il Comune e i Quartieri ci riconoscevano ufficialmente come i nuovi organizzatori della Festa della Rificolona. Ricordo che proprio quel giorno, di corsa, nell’ufficio di Graziano sempre in Palazzo Vecchio, con lo Statuto ancora non del tutto definito, nasceva la “ Compagnia Fiorentina della Rificolona” e i primi firmatari eravamo noi quattro e quei nostri amici che avevamo chiamato a sostenerci. Presidente della Compagnia fu nominato Giannozzo Pucci, questo incarico era stato proposto a Graziano ma lui disse che essendo un consigliere di Forza Italia avrebbe fatto sembrare questa iniziativa un intervento di uno schieramento, la gente avrebbe equivocato, invece questa era una festa che apparteneva a tutto il popolo fiorentino. Questo è un esempio di come lui intendeva il suo far politica, servire la città, favorendo, quando era possibile, il riconoscimento del bello, mettendo gusto lui per primo in ciò che faceva, per questo era così convincente agli occhi di molti.
Iniziò la fase della preparazione della festa: coinvolgemmo la Banda dell’Impruneta, grazie anche all’aiuto di Sergio Balatri, per guidare il corteo che da piazza S.Giovanni, portando il Cardinale, sarebbe giunto, passando da via Ricasoli ( ma negli anni successivi da via Cavour o da via a de’ Servi..) in piazza SS.Annunziata, vestimmo i nostri figli, e quelli degli amici, da contadini perché sfilassero con le loro Rificolone subito dopo la Banda ( negli anni dopo ci sarebbero stati i figuranti della Rufina…poi quelli della Sartoria Teatrale Storica, infine le guardie papali dell’Osservatorio Rinascimentale), chiedemmo a nostri amici universitari di improvvisarsi in un gruppo folkloristico per animare la piazza ( nelle edizioni successive si sarebbero avvicendati su quel palco gruppi più famosi di canti o di danze popolari…fino a Narciso Parigi).Chiedemmo a Luciano Artusi, noto nome nel mondo delle tradizioni, di essere il supervisore della manifestazione.
Quella sera del 7 settembre 2003 in piazza S.Giovanni, poi durante il corteo e infine in piazza SS.Annunziata c’era tantissima gente, avevamo sperato nel successo di questa iniziativa, ma ciò che stava accadendo andava oltre le nostre aspettative…..La Basilica, dopo tanti anni, era nuovamente aperta e illuminata a festa, per tutta la sera ci fu un gran via vai di gente all’immagine sacra della Madonna, molti volti tradivano l’occasionalità eccezionale della loro visita, come ci avrebbero poi raccontato quegli amici che si erano trasformati per la sera in custodi della Basilica .. Ricordo che con Graziano guardavamo, fra lo stupito e il commosso, cosa stava succedendo, mentre ci ripetevamo “ occorre che il Mistero torni fra la gente gente..” e lui disse: “Noi non siamo niente, eppure siamo stati strumento di una cosa grande..questo via vai di tutta questa gente al Cuore della vita della città…fa più bene questo a Firenze che tanti discorsi politici”. Questa semplicità, eppure verità con cui giudicava le cose che gli derivava dal suo profondo amore all’incontro cristiano rendeva grande il suo amore per Firenze e lo rendeva contagioso per chi gli stava accanto.
Con questa grande consapevolezza ci siamo rimessi in moto tutti gli anni per far diventare sempre più bella questa festa e tutti gli anni la partecipazione è andata aumentando…settemila, ottomila persone sono i dati che alcuni giornali hanno riportato all’indomani delle scorse edizioni.
Quest’anno la piazza era ancora più piena, c’era veramente una parte consistente del popolo fiorentino, c’era gente anche in tutta via de’ Servi e in via Battisti….un brulicare di teste e rificolone era quello che si vedeva dal palco, sul loggiato degli Innocenti.
Tutta questa gente ha ascoltato in silenzio il messaggio con cui la festa è iniziata, il saluto degli amici della Compagnia della Rificolona a Graziano, ha ascoltato in silenzio il canto alla Madonna, quella preghiera voluta condividere con il popolo che lui amava tanto e tanto ha servito in nome dell’amore a Maria e a suo Figlio, si è commossa all’implorazione del sostegno della Vergine all’immensa dolorosa ferita del cuore di sua moglie e dei suoi figli, ha ascoltato in silenzio il Cardinale che ricordava Graziano come un uomo di fede che tutto di sé aveva donato alla sua città, ha applaudito compostamente dopo l’ascolto di “ Firenze sogna” che Narciso Parigi ha voluto dedicare a Graziano.
Nell’organizzazione della Rificolona di quest’anno c’era tanto di lui, aveva continuato a lavorarci fino al giorno prima, poche ore prima della sua improvvisa morte, e nel dolore grande e nella grande commozione di noi, suoi amici in questa avventura, impacciati su quel palco per un’occasione di festa, c’era tutta la gratitudine di aver percorso un pezzo di strada con un amico che ci ha lasciato in eredità e per sempre il gusto lieto del servire nella certezza di chi sa a Chi appartiene.


Cristina Piazzini

sabato, 09 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Natale

A Natale o a S.Stefano, gli incontri con Graziano erano una regola.
Passare da Firenze per le festività senza vedersi era impossibile. Ci si sentiva per gli auguri e si rimandava a un appuntamento pomeridiano, in genere nella zona dove abita mia suocera.
Un'oretta strappata alle rispettive famiglie ma che costruiva la nostra amicizia.
Un caffè, un 'dolcino' come diceva lui, o piu' spesso un amaro, per smaltire il pranzo natalizio.
E tante belle chiacchierate.
Sulla politica, sugli amici più cari di cui mi aggiornava, sui figli che crescevano, sulle nostre mogli.
Le chiacchierate con Graziano, fra via Pagnini e corso Vittorio Emanuele, erano una festa nella festa.
Oggi, lui ci manca. Ci manca la sua cordialità, il suo buonumore, la sua attenzione.
Oggi la sua assenza è stranziante ma sappiamo che compie, non ci defrauda; non ci deruba del suo affetto ma lo riconduce a un affetto più grande agli uomini e alle cose.
Il Padreterno, nel tempo e col tempo, ce lo chiarirà.

Giampaolo

mercoledì, 27 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Arrivederci Graziano

di Vincenzo Russo


La vita di Graziano è stata, davvero, un messaggio chiaro e luminoso da parte di Dio, invisibile a noi uomini, ma che ci parla, tuttavia, attraverso gli uomini.
Dio ci ha parlato attraverso Graziano.

Persona certamente munita di doni naturali autentici: la serenità dell’anima, l’apertura verso gli altri, la benevolenza e la propositività nella valutazione delle persone, la costanza dei suoi atteggiamenti di fondo anche in circostanze sfavorevoli, l’apertura del cuore verso la manifestazione di ogni forma di verità e giustizia; in definitiva, l’amicizia vissuta con incredibile sincerità ed intensità. Ecco, in sintesi, i suoi doni di natura.

Ma a questi doni naturali Graziano ha aggiunto i doni provenienti dalla luce della fede di Cristo.
Nel pieno degli anni ed in perfetta unione con la compagna della sua vita, egli si è aperto all’annuncio di Gesù, Signore e Salvatore dell’uomo.

Le sue qualità di ordine umano e naturale sono state messe da lui al servizio dell’opera di Dio.
E per questo queste qualità si sono rese più pure, più luminose, sempre più attente e più al servizio degli altri.

La mia testimonianza di amico- ci siamo conosciuti sui campi di calcio verso gli anni ottanta- è proprio questa: ho visto risplendere in lui i frutti della grazia del Signore.

La mia è dunque una comunicazione, un far conoscere che è possibile a noi tutti passare da una condizione umana ancora incerta, ancora piena di problemi e di dubbi, ad una situazione completamente diversa, capovolta: tutto il nostro essere che viene a “respirare” come di un nuovo stato di vita; quello che viene chiamato- nel nostro linguaggio tradizionale ed acquisito- lo “Stato di Grazia” proveniente dal Cristo, conosciuto ed amato come colui che ha il potere di rinnovarci completamente.

Il messaggio, dunque, che ci giunge dal Dio invisibile è- nel caso di Graziano Grazzini-
veramente forte.

Potrei sintetizzare così ciò che lui mi ha detto: "Non ci ha lasciato. No! Ci ha preceduti."

Come fare a non gridare a gran voce la possibilità di una esistenza che- in Cristo- può rinnovarsi pienamente? Specie se l’esperienza quotidiana ci porta più alla delusione ed al pessimismo sui valori di una vita?
No! Dio si rende visibile rinnovando e trasformando l’uomo se questi è docile- come un bambino- all’annuncio della Salvezza. E questo non per qualcuno come se fosse un privilegiato. No! Un annuncio di Salvezza per tutti, per ciascuno di noi, nessuno escluso.

Ecco: ora che ho scritto qualcosa sul passaggio tra noi di Graziano, sento che la vita di ogni uomo ha un senso; addirittura ha una missione: manifestarci l’azione rinnovatrice e trasformante di Dio che-se vogliamo- può agire potentemente in ciascuno di noi.

Graziano ha risposto a questo disegno di Dio chiaramente e luminosamente.
Compiuto in sé questo disegno per dono di Grazia egli è diventato “ il servo umile ed obbediente del Vangelo tale da entrare nel gaudio del suo Signore”.

Il Signore, infatti, lo ha chiamato a sé d’un tratto, in un istante, quasi ch’egli, ormai, non avesse più bisogno di purificazione.


Il Vangelo, in lui, era diventato tutto e soltanto vita!
Chiedo al Signore che nutra di luce e di speranza vera la bella famiglia che lascia qui sulla Terra: la moglie Giovanna ed i figli.
Una luce che potrà illuminare tutti i loro giorni a venire: luce di gioia, pace e speranza.

venerdì, 29 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Dateci una mano

Sono ormai quasi 600 le visite al blog. Molti si affacciano, leggono ma non possono o riescono a lasciare un messaggio.
Forse per la scarsa confidenza con il mezzo.
Chiediamo allora agli amici più esperti di darci una mano: se conoscete persone che hanno un ricordo di Graziano da raccontare, raccoglietelo e inviatecelo.
Non importa essere giornalisti, buttatelo giù come viene.
Se proprio non volete inserirlo direttamente nel blog, inviatecelo per email.
Cliccando in alto a sinistra, nell'homepage, trovate la mail che vi riporto anche qui:

gpcerri@alice.it

grazie

Giampaolo

venerdì, 29 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Non so come fare a recuperare il tempo perduto....Questo è il sentimento che si affaccia in me pensando al volto dell'amico Graziano.Avrei voluto in quel tempo conoscerlo meglio, poter parlare con lui delle nostre vite, del nostro lavoro...semplicemente di noi.Pensare di non avere più questa opportunità mi riempie il cuore di dolore.Non so neanche dire con precisione a quando risale il nostro primo incontro; sono quei rapporti che nascono dentro ad una compagnia,un luogo e sembrano che esistano da sempre...
Mi ricordo semplicemente quando ci trovavamo a Firenze per i ritiri della fraternità o per la giornata di inizio d'anno....quel volto tra la gente sempre sereno, sorridente pieno di vitalità e presente,totalmente presente al reale e alla vita.Ciao Graziano proteggi tutti e veglia sulla tua famiglia.

Gisella

venerdì, 29 dicembre, 2006  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Ancora ogni giorno mi stupisco del Segno che ha lasciato Graziano, le persone che incontro in piccole o grandi cose svelano la sua opera, che pur standogli spesso vicino non avevo compreso fino in fondo. Il nostro cammino spesso parte con fatti talvolta meccanici, o azioni semplici e assumono nel tempo e non grazie al caso consistenza.
Vorrei dare un contributo sulla storia meno recente, per tentare far comprendere meglio le circostanze che la realtà ha posto davanti a Graziano per quanto riguarda il suo impegno politico in particolare, rendendo testimonianza di una breve parte della strada più lunga che ho avuto la fortuna di percorrere con lui.
Grandi eventi e piccole circostanze.
All'inizio degli anni novanta, un terremoto aveva colpito la classe politica italiana scuotendo in profondità fin nelle radici più periferiche. La Democrazia Cristiana come altri partiti che condividevano da lunghi anni il Governo del paese stava collassando sotto le accuse di alcune Procure della Repubblica. Non solo ai vertici dei partiti, ma quella che è stata definita "tangentopoli" arrivava per mille rivoli a inondare la periferia. Allora i Partiti politici erano strutture molto ramificate, e coinvolgevano nel bene o nel male molte più persone di adesso. Per chi aveva fatto politica militante era un momento di amarezza e smarrimento. Alcuni dei nostri amici erano stati accusati (poi ovviamente assolti) e per chi come me e Graziano aveva con loro condiviso battaglie, lavoro, e passioni politiche erano giorni difficili. Giorni anche di paura, perchè se vedi che qualcuno della cui innocenza e buona fede sei assolutamente certo, viene accusato, ti viene voglia di mollare con l'impegno, l'ideale, la costruzione, sopraffatto da una sensazione di ingiustizia .
Il Movimento Popolare, era il luogo in cui all’epoca ci impegnavamo anche politicamente, e a partire da quello, nella Democrazia Cristiana. L’impegno era certo di militanza, certo “tra le ultime fila”, Graziano svolgeva il compito di Consigliere di Quartiere. Conoscendo quanto fosse apprezzato e stimato allora nel quartiere gli amici responsabili del Movimento Popolare questo gli avevano chiesto, e lui candidandosi aveva attratto voti e preferenze oltre ogni aspettativa. Io, piu’ semplicemente collaboravo per attaccare manifesti, distribuire volantini o partecipando alla vita istituzionale interna della Democrazia Cristiana.
Dopo la caduta del Governo Amato, nella pesante situazione sopra descritta che si era determinata, il Movimento Popolare si sciolse molti amici lasciarono l’impegno politico, magari per dedicarsi a opere più meritorie, altri esperirono altre strade, rimase un piccolo gruppo sparuto e incerto sul da farsi, anche perche’ l’imminente spaccatura del Partito della Democrazia Cristiana e successivamente la bipolarizzazione dell’intero sistema politico, incrinava persino la coacerva e granitica unità politica che aveva caratterizzato gli anni dell’esperienza del Movimento Popolare.
Ma c’erano in quell’anno 1995 le Elezioni Amministrative anche a Firenze, e certi delle ragioni che ci avevano mosso all’inizio e con quello spirito che accompagna chi e’ uso a competizioni sportive, non volevamo abbandonare la partita, anche se……….appariva persa.
Chi ha conosciuto quegli anni precedenti si ricorderà quella sensazione di correre e lavorare in una squadra vincente. La Democrazia Cristiana era al Governo del paese, al governo col Pentapartito della città e il nostro “giovanissimo Movimento Popolare” era in costante e fulminea ascesa dentro la D.C. stessa, esprimeva deputati, consiglieri regionali, assessori e soprattutto guadagnava spazi e autorevolezza all’interno del partito, dopo i primi anni di diffidenze. Ogni elezione era un successo di consenso, l’aria di novità anche all’interno del Partito, l’età anagrafica degli eletti, la qualità sul piano culturale,tutto sembrava preludere a ruoli sempre più determinanti e centrali di questa esperienza nella guida del paese. Si pensi a titolo esemplificativo, che all’epoca nell’ultimo congresso D.C. fiorentino forti di oltre il 23% del consenso interno fummo addirittura in grado di sfidare il candidato appoggiato dalla somma di tutte le correnti del partito esclusa la sinistra demitiana che presento’ un candidato alternativo, e il nostro candidato (Lele Tiscar) sfiorò di un soffio la vittoria.
Beh, nel momento in cui agli allori andavano sostituendosi le grane, (ed e’ un eufemismo) in quattro amici, il sottoscritto, Graziano, Stefano Capretti allora Consigliere di quartiere e Andrea Lopponi anch’esso Consigliere di Quartiere uscente decidemmo che dovevamo continuare una presenza politica che traeva le sue ragioni dall’approfondimento dell’esperienza Cristiana.
Dovevamo pero’ decidere di fornire un nominativo da candidare nella lista per il Comune di Firenze del nuovo soggetto politico CDU, guidato da Buttiglione, cui travagliate circostanze ci avevano portato ad aderire convintamene.
Devo confessare che il nome di questo nuovo “Cireneo” di Firenze non veniva fuori……….pare strano vedendola da oggi, in cui in molti si farebbe a gara per un seggio in Consiglio Comunale a Firenze, ma in quel clima asfittico e ostile, le problematiche familiari e di lavoro erano così impellenti e inderogabili…………….………Graziano si offri.
La sua passione politica, la sua lieta baldanza, soprattutto la certezza della sua Fede lo condusse a dare quella disponibilità. Immagino onestamente che quella volta fummo certamente “lieti e grati” anche noi, che comunque ci impegnammo a sostenerlo.
Ovviamente confrontò la sua decisione anche con altri amici che lui stimava, come mi ha poi raccontato Paolo Pecciarini, che risultarono determinanti per la sua elezione e soprattutto per la misura di questa: infatti pur essendo candidato per un piccolo partito, che raccolse pochi voti in particolare a Firenze (celebre la battuta di Giuliano Ferrara sulla percentuale dei voti del CDU simile a un prefisso telefonico) Graziano fu il Consigliere Comunale eletto con il maggior numero di preferenze di tutto il Consiglio.
La sua attività successiva, la leggiamo spiegata come meglio non si potrebbe fra le testimonianze delle persone che lo hanno incontrato.
Ha ricoperto incarichi importanti come quello di Vice Presidente del Consiglio Comunale a Firenze, e poi successivamente, eletto nel Consiglio Provinciale nella Lista di Forza Italia il ruolo di Capogruppo. Per chi è più uso a misurarsi con l’attuale classe politica dirigente, si rende conto che certo avrebbe meritato maggiori riconoscimenti, e questi , anche se ovviamente postumi, sono giudizi giunti da ogni parte.

lunedì, 01 gennaio, 2007  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Ancora un ricordo mi affiora, e più passa il tempo e più mi è chiara l’origine di quello sguardo.
Era passata da poco la mezzanotte sera della primavera del 1998, stavamo tornando da un incontro elettorale che si era svolto a Signa. Erano le elezioni per il Parlamento, e Graziano con la sua consueta bonarietà esponeva ad un altro amico presente i giudizi positivi sul candidato del Centro Destra del Collegio che proprio quella sera ci aveva presentato. Mentre procedevamo verso Firenze, la nebbia di quella sera umida infittiva, e continuando nella discussione sui ragionamenti espressi nella serata, grazie allo scarso traffico dato dall’ora tarda arrivammo con rapidità all’altezza di Calenzano.
Tra l’aria nebbiosa, i fari dell’auto e forse la scarsa pubblica illuminazione, si notavano delle donne per lo più di colore che sostavano in prossimità del ciglio della strada in attesa di improbabili clienti in quella serataccia. Nonostante il freddo cui certo la nascita non aveva rese avvezze, cercavano di mostrarsi per invitare i clienti. L’apparire di questa scena non poteva non distogliere dal ragionamento. Spesso accade che in una allegra compagnia maschile si commenti con scherno certe scadenti esibizioni o giunga pronto qualche commento da “caserma”. Oppure fra “persone perbene” che abbiano a cuore la morale e la religione immediatamente si sprecano commenti indignati sul degrado ………...sulla mancanza di……. Sugli sfruttatori…..sull’immoralità delle persone (sempre gli altri).
Povere figlie!!!
Così esclamo Graziano troncando quel silenzio un po’ imbarazzato. Quello sguardo di pietà per quelle persone certamente sofferenti, il suo tono, mi appariva come una preghiera per loro al Signore.
Quello sguardo pieno di Misericordia che le raccomandava al Signore, non credo che lo dimenticherò, è con quello sguardo puro che arriva all’Origine delle cose e delle persone che è possibile guardare con speranza alla realtà, anche se ci appare sgradevole o inestricabile.
Marco Vedovato

lunedì, 01 gennaio, 2007  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Quel giorno a Ravenna

Caro Giampaolo,
è tanto tempo che volevo mandarti le foto di Graziano,quando nel settembre 2003 su mia richiesta venne a Ravenna per l'annuario della morte di Dante, che come ogni anno porta un rappresentante del comune di Firenze a donare l'olio per la lampada che arde nella tomba del sommo poeta.
L'occasione per cui chiesi a Graziano di venire era dettata dai miei legami con Ravenna e anche dal lavoro che a livello didattico stava iniziando con l'amica prof. Emanuela Mambelli e la sua scuola di Ravenna.
Nel saluto che Graziano fece alla Biblioteca Classense, mi colpì il commento sulla personalità di Dante e sull’attualità del suo pensiero che Graziano seppe in poche parole riassumere, unito al giudizio sull’esperienza cristiana del poeta e sul suo impegno politico e sociale,(peccato non aver preso appunti).
Fu così che di ritorno a Firenze ci incontrammo a casa mia con Graziano e altri insegnanti per mettere a punto il progetto che di lì ad un anno (con un lavoro continuo con i nostri alunni)prese la forma di un convegno e di una mostra a Ravenna, proprio nei chiostri francescani, affianco alla tomba di Dante e che ebbe una grande risonanza in città e che nel maggio 2006 fu ripetuto nei chiostri francescani di santa Croce a Firenze.
Il giorno dell'inaugurazione era presente proprio Graziano che è intervenuto a nome del presidente della provincia di Firenze Matteo Renzi e che incontrò i ragazzi intervenuti, il presidente dell’opera di Santa Croce dott.sa Carla Guiducci Bonanni e padre Antonio di Marcantonio, Padre provinciale dei frati Minori conventuali.
Tante altre cose vorrei scrivere, ma per ora colgo l’occasione di ricordare come Graziano non si sia mai rifiutato di coinvolgersi con me e la mia famiglia e avere sempre attenzione al destino delle nostre persone nel modo più semplice, cioè nell’ascolto attento di ciò che ognuno porta e nella lieta accoglienza.
Per questo è nata l’idea, condivisa da Giovanna, di studiare una serie di proposte progettuali per la sua tomba nel cimitero di Settignano, insieme a Bruno Bartolucci e Americo Mazzotta.
Ti allego le foto che mi hanno mandato da Ravenna, ma che so che anche Giovanna ha, una davanti alla tomba di Dante, con a fianco l’assessore alla cultura del comune di Ravenna Cassani e l’altra nella chiesa di San Francesco mentre saluta il padre provinciale dei francescani di Ravenna prima della messa.

Sergio Corsucci

martedì, 09 gennaio, 2007  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Domenica senza

Ieri sera una bella trasmissione su don Giussani: filmati inediti e commoventi. Una cosa che ha scaldato il cuore.
appema finia, la voglia di parlarne. discuterne, confrontarsi.
La voglia di telefonare a Graziano, per ascoltarne la chiosa sinceramente contenta e le parole d'affetto che avrebbe recuperato.
Gia' me lo sento, indovino il tono e l'accento della su solita gratitudine.
Caro Graziano, ci volevi tu ieri, mannaggia.
E ancora non ho imparato a capire che ci sei.

Gpaolo

lunedì, 19 febbraio, 2007  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Graziano, sei mesi dopo

Caro Giampaolo,

è tanto, come sai, che volevo scrivere qualcosa su Graziano per il blog, e oggi mi sono ripromesso di farlo.
Lo faccio proprio oggi (era il 6 marzo, ndr) perché oggi sono sei mesi esatti dalla sua scomparsa, ma anche per quello che ci siamo detti in questi giorni e, soprattutto, per quello che ho visto e sentito ieri alla conferenza stampa di presentazione del primo "Memorial Graziano Grazzini", torneo di calcio tra le scuole medie superiori di Firenze e provincia. Ho appena finito di scrivere un pezzetto per le pagine fiorentine di Toscanaoggi, corredato dalla foto che ieri ti ho inviato, ma non potevo descrivere quello che ho provato, e allora lo faccio qui.
Ho visto i suoi amici politici e sportivi davvero commossi nel presentare l'iniziativa, ho sentito il presidente del Consiglio provinciale Massimo Mattei dire che, a mesi di distanza, ogni giorno pensa al vuoto che Graziano ha lasciato, in particolare quando apre i lavori del Consiglio provinciale.
Ma più che un vuoto, come ha testimoniato il presidente della Floriagafir Paolo Ricci, è una presenza che continua al suo fianco perché il suo modo di guardare le cose, di consigliare una scelta è rimasto punto di riferimento. O meglio, lo è rimasta la sua persona stessa, perché Paolo ora, se c'è un problema o una difficoltà, si chiede cosa avrebbe detto o fatto Graziano in quel frangente, e per questo, prendendo sul serio l'invito che Graziano gli aveva rivolto, ha accettato di assumere la presidenza della società. La cosa che mi ha commosso di più è stata però, al termine della conferenza stampa, il vedere Gabriele (che, come dice Giovanna, ha davvero il calcio nel Dna...) giocare a pallone con nonno Luigi, che lo segue quotidianamente nei suoi "allenamenti".
E come, nel padre di Graziano, la commozione e il dolore sempre vivi per la perdita del figlio non offuschino la gioia, il divertimento e l'educazione che è capace di trasmettere al nipote più piccolo, affiancando meravigliosamente in questo la fatica quotidiana di Giovanna e dei fratelli più grandi.

Ma la giornata di ieri è stata anche l'occasione per ripensare a quello che Graziano è stato per me anche in questi sei mesi. Come sai, lo avevo sentito poco prima della sua morte, alle 14,31. Ho lasciato per un più di un mese la memoria di quella telefonata nel mio cellulare, cancellando le altre. Ci eravamo sentiti per la prima volta dopo le vacanze estive e l'occasione era stata la polemica con Toscanaoggi a proposito delle ultime questioni in Provincia. Avevamo concordato di risentirci a breve, come sempra, ma prima di salutarci, come sempre, mi aveva chiesto come stava Barbara in merito ai suoi problemi psichici, e ricordo bene che la passione con cui ne parlava mi era apparsa ancor più profonda di quella con cui mi spiegava la sua posizione nei confronti della vicenda in Provincia. Così mi è venuto naturale cominciare a pregarlo per la salute di mia moglie, soprattutto quando le cose si mettono peggio, e mi viene sempre più immediato farlo. L'altro giorno, dopo l'ultima assemblea di Scuola di Comunità, Giovanna mi ha chiesto come stava Barbara e io le ho risposto che, nonostante tutti i perduranti problemi, quest'anno per la prima volta dopo tanto tempo non era stata ricoverata a gennaio, e ho non avuto difficoltà ad aggiungere che probabilmente Graziano stesso ci aveva messo una mano. Forse anche per la preghiera che lei stessa gli aveva rivolto in un foglietto in occasione di funerali, ricordando indirettamente la sua situazione di sofferenza.

Di una cosa, comunque, sono sempre più certo: che la compagnia di Graziano verso tutti noi, verso tutti i suoi amici, non è venuta meno con la sua morte. È solo cambiata nella modalità. Anche se il dolore per la sua assenza fisica, per la mancanza del suo sorriso e della sua voce amica non è scomparso e non scomparirà mai.

Marco

venerdì, 09 marzo, 2007  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Graziano, uomo di sport

“Mi hanno tolto la Dc, mi hanno mandato la Juve in B... e allora ammazzatemi!”.
Scherzava così Graziano nella lunga estate di Calciopoli, e così ripeté anche a noi tifosi viola che – scampato l’analogo pericolo – lo prendevamo in giro una sera dopo la Scuola di Comunità, una delle ultime o forse, più probabilmente, l’ultima cui avrebbe partecipato prima delle vacanze. Non sapeva che lui la Juve in B davvero non l’avrebbe mai vista, o almeno non l’avrebbe vista da quaggiù. Sarebbe infatti morto il martedì precedente all’inizio del campionato, togliendoci anche il gusto degli sfottò che immancabilmente gli avremmo rivolto in occasione delle epiche sfide con l’Albinoleffe, lo Spezia o il Frosinone, tanto per fare qualche esempio.

Sabato 19 maggio il suo grande amico ed “erede” politico Gabriele Toccafondi, conducendo, non senza enorme commozione, la cerimonia dell’intitolazione a Graziano degli impianti sportivi Floriagafir di viale Malta, non ha fatto a meno di notare – sportivamente, da tifoso viola quale anche lui è – che quello stesso pomeriggio la Juve, vincendo ad Arezzo, sarebbe tornata matematicamente in serie A. Cosa che poi si è effettivamente verificata. Ha detto di non credere al caso, Gabriele, ed aveva perfettamente ragione: Graziano ha fatto anche il miracolo di renderci contenti del fatto che questo evento, tutt’altro che bramato dai viola “doc”, si sia verificato in un nuovo, importante giorno di memoria e, sì, anche di festa per tutto quanto ha rappresentato per lo sport fiorentino. E per chi ancora volesse credere al caso, notiamo che il ritorno in A si è verificato proprio in occasione dell’unica partita che i “gobbi” hanno giocato quest’anno in Toscana.

Ma era un uomo di sport, Graziano, e sportivamente gli dobbiamo le nostre felicitazioni. Anche perché le tante testimonianze che si sono succedute durante la semplice ma commossa cerimonia, sotto un sole più da estate piena che da metà maggio, hanno svelato altri particolari sconosciuti almeno ai più. Dall’impegno profuso per la realizzazione di diversi complessi sportivi cittadini – tra cui, più recentemente, quello della Sancat – alle cene offerte ai compagni di squadra più giovani dopo gli allenamenti all’Impruneta; dai consigli non solo apprezzati ma costantemente ricercati da chiunque lo avesse per amico o compagno di strada anche nel mondo dello sport alla “non belligeranza” in occasione della “rifondazione viola” dopo il fallimento del 2002. “Ora, dopo tanto tempo, lo possiamo anche dire”, ha affermato infatti l’assessore comunale allo sport Eugenio Giani, un altro grande amico di Graziano nonostante la militanza politica sulla sponda diversa. “Quando, su due piedi, ricostituimmo la Fiorentina non è che mancassero vizi di carattere giuridico nella procedura che in fretta e furia col sindaco Domenici ci trovammo ad adottare. E l’opposizione, se voleva, avrebbe avuto buon gioco nel darci battaglia e stoppare il progetto. Ma lui un giorno mi prese sottobraccio e mi disse: ‘Bene, Eugenio, la strada è questa, siamo con voi, andate avanti così’”. Perché Graziano, come è stato ricordato, guardava al bene della città, della polis, non al proprio tornaconto politico. E non solo: pur prendendoci allora a sua volta in giro, ha voluto davvero bene anche alla Fiorentina. Chi l’avrebbe detto: se oggi noi viola, nonostante Calciopoli, siamo a festeggiare la conquista di un posto Uefa e soprattutto una squadra che gira a mille lo dobbiamo un po’ anche a lui. Allora, di cuore, grazie anche di questo e – ma sì – bentornati “gobbi”!

lunedì, 21 maggio, 2007  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Giovanna ricorda Graziano a Loreto: “Una vita cambiata dall’incontro con Cristo”

Nella notte fra il 2 e 3 giugno, si è svolto il XXIX Pellegrinaggio Macerata-Loreto. Un gesto cui Graziano era molto fedele e che spesso ha vissuto insieme a Giovanna, sua moglie. Quest’anno, sul sagrato della Basilica, Giovanna è stata chiamata per una testimonianza.

Tante volte in questi ultimi 20 anni mio marito ed io abbiamo partecipato a questo splendido pellegrinaggio. La prima volta eravamo fidanzati, in procinto di sposarci e fu l’occasione per affidare la nostra vita insieme alla Madonna; poi altre volte, insieme o separatamente, per ringraziare della nascita dei nostri 4 figli (la maggiore ha 19 anni e il più piccolo ne ha 3), per affidarLe di volta in volta la salute di qualche amico, una preoccupazione, o semplicemente per rifare la bellissima esperienza di un cammino faticoso, ma in compagnia di amici e soprattutto verso la meta che porta significato e sostegno al nostro andare.
Mio marito Graziano, il 6 Settembre scorso, è morto improvvisamente per un infarto. Nella sua vita ha sperimentato la bellezza e la positività di una vita cambiata dall’incontro con Cristo, dentro la storia nata dal carisma di don Giussani e lo ha testimoniato con semplicità, con schiettezza e crescente gratitudine in famiglia, nel lavoro, dentro il suo appassionato impegno in politica.
Ancora oggi mi sembra impossibile che questo sia accaduto, ma ancora più impensabile è il modo in cui il Signore sta sostenendo la nostra vita, in cui ci fa accorgere che non ci ha lasciati soli. Il dolore è grande, ma non disperato e sta diventando la forma con cui amare il mio Destino: è cambiato il modo di guardare alla quotidianità, è urgente l’essenziale, Cristo, dentro ogni circostanza, non esiste alternativa al nulla se non Lui!
Ripenso alla testimonianza di Barbara Bordi che tanto mi colpì all’ultimo pellegrinaggio: madre giovanissima di 6 figli e moglie di Andrea, morto in Camerun dove vivevano in missione come famiglia del Cammino Neocatecumenale. Ho riletto le sue parole e mi sono stupita nel riconoscerle vere per me, con tremore, nel dolore, ma vere! Lei diceva: “Io oggi sperimento che è possibile riposarsi sulla croce con Gesù Cristo, veramente la croce è gloriosa” e ancora “L’unica cosa che conta per ogni uomo della terra è incontrare Gesù Cristo Risorto”.
E’ vero! Cristo Risorto presente nella compagnia dei Suoi amici ci è di sostegno, conforto, speranza certa; come testimoniato anche dalla grande prova vissuta in questi mesi da un’ amica a me particolarmente cara.
Vi chiedo di continuare a pregare per Graziano, che sia accolto nella Luce del Paradiso, per me e per ciascuno dei nostri figli, perché sappiamo sempre riconoscere la presenza di Cristo, misteriosa ma reale e possiamo sempre essere certi che Lui insieme a Graziano, si prenderà cura di noi!

Giovanna

venerdì, 15 giugno, 2007  
Blogger amicigraziano ha scritto...

Graziano, un anno dopo

E’ già trascorso un anno dalla morte di Graziano Grazzini, ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio provinciale. Politico cittadino stimato e conosciuto per il suo impegno sia nelle attività sociali che sportive e religiose. Per ricordare Grazzini il gruppo di Forza Italia, composto dai consiglieri Carlo Bevilacqua (attuale capogruppo), Francesca Avezzano Comes, Leonardo Comucci e Massimo Lensi presenteranno lunedì prossimo, 10 settembre, in Consiglio provinciale, una mozione per intitolare la Sala Commissioni del Consiglio a Grazzini. Un modo per ricordare il politico che è morto tragicamente proprio in Provincia mentre stava svolgendo il suo lavoro di amministratore. “Riteniamo giusto che l’ente Provincia abbia all’interno della sua struttura un ricordo perenne di Grazzini. Ed è per questo – spiega Bevilacqua – che lunedì, alla ripresa delle attività del Consiglio provinciale, voteremo la mozione che delibera di intitolare la Sala delle Riunioni delle Commissioni Consiliari a Graziano Grazzini. Tutti i gruppi politici hanno dato il loro appoggio e l’intitolazione della Sala avverrà il giorno del suo compleanno, il 10 ottobre. Inoltre, stiamo lavorando ad un volume che raccoglierà tutti gli interventi di Graziano in Consiglio provinciale. Crediamo che questi siano dei segni concreti per ricordare Graziano che ha lasciato in tutti noi un ricordo indelebile”. E sempre sul libro Francesca Avezzano Comes: “E’ un tributo sincero che vogliamo fare a Graziano per tutto quello che ha fatto per l’ente Provincia. In particolare – aggiunge Avezzano Comes – il libro conterrà gli interventi sui temi che stavano più a cuore a Graziano: il sociale, lo sport e la cultura. Questi, da sempre, sono stati i temi fondanti del suo impegno politico”. Leonardo Comucci ha ricordato l’amicizia con Grazzini: “Ed il suo modo, unico, di porsi sempre nei confronti delle persone. Era una persona eccezionale – sottolinea Comucci – e ti faceva sentire la sua fortissima amicizia anche con piccoli gesti e frasi”. Infine Massimo Lensi che, sul volume in lavorazione, ha aggiunto che: “Il sottotitolo sarà una sua frase celebre: Punturine di spillo. Ce lo diceva sempre in Consiglio che i suoi interventi volevano essere, appunto, Punturine di spillo e poi aggiungeva subito: Per non passare da bischero. Una frase – chiosa Lensi – che rende chiara la sua umanità e la sua fiorentinità. Era sempre incisivo e pungente”.


Nicoletta Curradi
tratto da www.comunicati.net

domenica, 09 settembre, 2007  
Blogger natalia ha scritto...

Nella festa dei defunti, pensando a Graziano che nella comunione dei santi sempre ci accompagna, offro a tutti questo brano di S. Agostino che è stato letto al funerale della mamma di un nostro amico:
"La morte è niente, sono solo passato nella stanza accanto.
Io sono Io, Voi siete Voi, ciò che eravamo gli uni per gli altri lo siamo ancora.
Datemi il nome che mi avete sempre dato, parlatemi come avete sempre fatto, non usate un tono solenne o triste, continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme, pregate, sorridete, pensate a me, che il mio nome sia pronunciato come sempre è stato, senza enfasi di sorta, senza traccia d’ombra la vita significa tutto ciò che ha sempre significato e ciò che è sempre stata. Non si è spezzato il filo solo perché non mi avete più.
Vi aspetto, non sono lontano, appena dall’altro lato del cammino: vedete tutto è bene.
E’ un grande e triste errore pensare che coloro che la morte rapisce ci lascino. Non ci lasciano, rimangono con noi nell’ombra. Loro ci sono accanto, velati, più presenti che mai. Non li vediamo perché una nube oscura li avvolge, ma loro ci vedono. I loro occhi pieni di luce fissano i nostri pieni di lacrime.
O consolazione ineffabile i morti sono invisibili, non assenti:
Ho spesso pensato a cosa potrebbe consolare di più coloro che piangono, questo: aver fede nella loro presenza reale e continua dei nostri cari morti, avere l’intuizione chiara, penetrante, che dopo la morte non sono né spenti né lontani, né assenti, ma vivi accanto a noi, felici, trasfigurati. E in questo glorioso cambiamento non hanno perso né la delicatezza dell’anima né la tenerezza del cuore, né la forza del loro amore, anzi questi dolci e profondi sentimenti si sono ingigantiti.
La morte per i buoni è un’ascesa splendente nella luce, nella potenza e nell’amore: Coloro che, fino a questo momento erano semplicemente cristiani diventano perfetti, coloro che erano belli diventano buoni, coloro che erano buoni diventano sublimi.
Non piangere se mi ami.
Se conoscessi il Dono di Dio e che cosa è il cielo! Se potessi sentire il canto degli angeli e vedermi in mezzo a loro!
Se potessi avere davanti gli occhi gli orizzonti e i campi eterni, i nuovi sentieri, dove cammino! Se per un istante potessi contemplare come me la bellezza al cui confronto tutte le bellezze impallidiscono…!
Mi hai visto, mi hai amato nel paese delle ombre, come potresti non vedermi, non amarmi ancora nel paese delle realtà immutabili?
Credimi, quando la morte verrà a spezzare i tuoi vincoli, come ha spezzato quelli che mi tenevano incatenato e quando il giorno che Dio sa e che ha stabilito, la tua anima salirà al cielo dove l’ha preceduta la mia, quel giorno rivedrai colui che ti ha amato e che ti ama ancora, ritroverai il suo cuore, ne ritroverai l’affetto purificato. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami".
S. Agostino

venerdì, 02 novembre, 2007  

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